In
questa che sembra la prudenza degli anni
di
Angela Caccia
In
questa che sembra la prudenza degli anni
la
mia intimità con la parola
è
uno specchietto retrovisore:
il
dinanzi acquista più senso alle spalle
un
crepitio e mi culla fino al sonno
nel
vento piccolo è un vociare di ginestre
–
o–
quanto rifiuta una sepoltura io
cerco
di interrare la sfida per tutti è la stessa:
non
farsi fiutare dal dolore convogliare
sul
proprio ombelico e toccare – ancora
una
volta – quella sorta di cordone
che
ci scopra irrimediabilmente plurali
e
così intermittenti all’umano
Dentro
il
tremito della foglia
e
sopravvivergli,
tornare
dal fondo
a
sé stessi
e
scriverne
Da Accecate
i cantori (Fara, 2017)
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