Se
l’amore è la fatica delle mani (*)
di
Donatella Nardin
Se
l’amore è la fatica delle mani,
tanti
piccoli cuori dissipati saremo,
appoggiati
ai falò delle speranze,
in
attesa di cielo.
Siamo
qui con i fianchi piegati a lottare
la
danza del tempo davanti ai cancelli
di
uffici e fabbriche chiuse, nell’ignoto
di
giorni che ci fanno essere noi
senza
più essere se non un insieme
sommesso
di senza lavoro, accerchiati
da
un nulla sfuggente di capannoni
industriali
ormai vuoti, di braci digitali,
di
torni arrugginiti offerti al disperato
mutare
del vento.
Siamo
noi, sospesi, già andati, esposti
al
torpore che aggiunge precarietà
persino
ai viola primaverili, siamo qui,
acquattati
nella sacralità delle sere,
a
sognare scrosci di papaveri in fiore
e
un nuovo lavoro per la lustra dignità
delle
mani.
Da Rosa
del battito (Fara, 2020)
(*)
Questa poesia è inserita ne L’amore ai tempi
della collera (LietoColle 2014).
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