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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Il pianto di un suddito medioevale di Armando Salvatore Santoro 23/02/2006
 

Il mio mondo lo vedo,

e rido e sogghigno

mentre il Messere

pensa ch'io non capisca.

Ma il dolore

(oh, paura ancestrale)

e i ceppi

e l'offesa d'una cella

lurida,

ancor pių miserabile

della stalla in cui vivo,

mi terrorizza il pensiero.

Almeno respiro l'aria del bosco,

e la terra che zappo,

e la polvere lavo

con l'acqua del fiume

o della fonte.

E la brezza del vento,

quella sė,

nessun me la leva

e ne la carezza del sole

o della donna che giace al mio fianco

con l'ossa rotte

di fatica e di pianto.

E la rivolta,

quella non tace silente.

E serpeggia nell'animo,

la mente avvolge

e di brividi intensi

l'attraversa.

Ma l'impotenza m'azzoppa

ed il riso ipocrita dei vicini

m'addormenta.

 

 

 
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