I
poeti
di
Tiziana Monari
Si
annullano come una macchia nella nuda terra i poeti
quelli
che giocano con i sogni
ed
affidano al tempo l’imperturbato nulla
certi
del loro svanire
del
loro Golgota celato nelle ossa
accarezzano
l’umiliante buonanotte
il
disprezzato silenzio
l’assillo
del verbo i poeti
quando
oscillano tra i loro contrari
scrivendo
di un bambino in ritardo una mattina d’inverno
di
un gabbiano che vola nella luce del tramonto
lottando
con la fame e con il vento
con
l’infinito azzurro del cielo
hanno
un mantra annidato nelle sillabe i poeti
il
pensiero che s’inoltra nel silenzio delle cose
quando
nelle notti d’estate elaborano analogie, metafore
disegnando
una goccia d’ombra che tracima
uno
spazio vuoto, un abbozzo
dove
smarriscono occhi stellati di stupore
con
abiti nuovi già invecchiati
i
poeti sognano la notte che danza con le chiome degli ulivi
l’estate
che muore sugli argini del fiume
l’improbabile
sorriso delle nuvole
e
con un urlo d’inchiostro cantano tutto ciò che resta
le
rondini di primavera che cambiano rotta
la
bellezza di un fiore appassito
la
scuola che li vide bambini
in
una sintassi di fiato e di cuore.
I
poeti che si dimenticano di respirare
quando
l’amore non basta.
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