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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  La principessa e l’aquila, di Gianluca Ferrari 14/10/2022
 
La principessa e l’aquila

di Gianluca Ferrari



per Aisholpan Nurgaiv



Là nelle steppe tutte vento, ai piedi

delle nevi eterne sugli Altai sta una

ragazza tredicenne – Aisholpan colei

che ha superato millenni

di simbiosi uomo-aquila infrangendo

pregiudizi; ha gli occhi dolcemente

arcuati, per bambole belati, la voce

di una radio tra vapori randagi

della yurta e il braccio è picco

su cui calano penne rapaci il verso

che scalfisce questi orizzonti senza

fine (qui l’Asia è ancora polvere, grido

d’antiche orde, un impeto invisibile

che si tramanda nello spinoso tremolio

del cardo). Vedendola a cavallo

diretta verso il grande gong di luce

con la compagna dalle ali imponenti,

la si direbbe un angelo delle pianure

pronto a risalire spazi più elevati

cui sa di appartenere. Aisholpan tra fieri

caroselli calmucchi, con un vezzoso

viola sulle unghie richiama la sua aquila

e nell’immensità selvaggia offre

la mano cavalcante, la groppa

del cuore all’atterraggio, gote rosse

sfidano l’oltraggio; con sorriso adolescente

dimostra che anche lei può ben domare

il volo che raggiunge stelle, perfino

andare a caccia della volpe tra gelide

muraglie irosi sciami di nevischi

sulle vette. Dice che forse sarà

medico, più avanti; intanto torna

nell’allegro crocchio delle trecce scure,

tra amiche; ride e qualche sogno le attraversa

gli occhi con maestoso volo lasciando

luccichii di sole. Ha già lenito smorfie

scettiche di vecchi capi tartari Aisholpan,

la prima donna che con grazia sconvolge

rituali finora inaccessibili.


Da Acquerelli gotici (edito in proprio, 2020)




 
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