Mi
manchi, madre!
di
Aurelio Zucchi
Ti
cerco nelle scie di quel cielo
stordito
dai riflessi dei tuoi occhi
se
solo ti guardavo nei momenti
d'assoluto
bisogno dell'amore.
Ti
aspetto nelle ore della sera
per
la carezza al capo e al letto,
la
fronte mia volta verso l'uscio
fingendo
di dormire già da tempo.
Ti
chiamo per dividere bellezza
davanti
al mare dove mi portavi
per
fare dei miei anni i migliori
con
te all'ombra a non rubare sole.
Ti
sento nell'esordio d'ogni inverno,
stagione
non amata da tuo figlio,
e
le parole sempre son le stesse:
è
freddo solo fuori, il caldo è dentro.
Ti
parlo tra le crepe dell'andare
di
anni intrisi d'un declino lento
e
odo ancora il tuo vestito a fiori
dettar
speranza e non rassegnazione.
Ti
vedo infine nel sofà del cuore!
Ti
regalo l'incessante pensiero
che
libero nasce nel prato del tempo
e
forte mai muore nel prato del tempo.
Continua
la smania di esserti figlio
sperando
sempre nei miei non errori
e
scopro così quei colori veri
di
sguardi e sorrisi che non ho colto.
Tu
mi regali il tuo essere madre
ed
oggi mi manchi...
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