Volver
a passo lento
di
Franca Canapini
a
chi ha cura della Terra
Montalto
di Castro, fine anni Settanta. Villeggianti satolli
nel
tiepido stellato della notte, stretti nella piazzetta vecchia
Ascoltavamo
l’ingegnere americano mostrarci
la
sconvenienza del nucleare – poco lontano s’innalzava
la centrale
Quel
mare ancora azzurro e quella sabbia nera
e
il vento che spazzava e quella luce bianca – così
intensa
promettemmo
di non sacrificare
E
vincemmo
Vincemmo
sugli interessi dei mercanti
Il
nostro NO vinse il futuro per i figlioli
Io,
nel mio piccolo niente, io c’ero
Mutò
rapido lo spirito dei tempi
del
Liberismo globalizzato nel caos
fisici-ingegneri-matematici,
miei parenti e amici
in
tanta informazione-propaganda capitolarono
Divenimmo
sciocchi comunisti
conservatori
di idee sessantottine, poveri sbandati ideologizzati
Io,
nel mio piccolo niente, io c’ero – e alle classi
leggevo
“Razza di deficienti”
Il
vecchio Asimov l’aveva previsto: accadeva
La
Terra travolge ogni più ardita opera umana
Ci
rimetteremo al Fato? Questo animale arrogante
nell’Universo
eterno è un errore di fattura?
Testarda
penso a Pontedera:
girano
adagio sottili pale eoliche. Mondo futuribile
essenziale-stilizzato-d’argento.
Così in Sardegna
E
in Spagna, creando nuovo profilo
alle
mesetas
Volver
a passo lento!
Da Semi
nudi ( puntoacapo, 2021)
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