Le
case basse di un villaggio di pescatori
di
Angela Caccia
la
riva a poche spanne
il
rumore della risacca come certi
rosari
nella bocca degli anziani
le
barche un po’
tediate
al pari di auto in sosta al market
Era
il sogno preso in prestito
e
noi ne seguivamo le coordinate
nell’odore
di cucinato
le
semplicità perfette
negli
sguardi che insidiavano le case
valicando
le tendine ai vetri – fragili
sentinelle
a piccole intimità-
un
tramonto di raggi opachi poi
addolcì
i tetti rincuorò gli angoli
Per
certo
il
tempo ha speziato il ricordo
– per
certo nessuna delle due
in
quello stare al mondo
si
sentiva sbagliata
Da L’alveare
assopito (Fara, 2022)
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