Tra
cuore e bocca
di
Donatella Nardin
E
venne nel poco la primavera
quella
del muto sperare.
Si
sparse l´intatta luce su case
e
strade imbiancate dalla paura.
E
venne la luna più grande,
quella
diafana, bella a ruscellare
leggera
- quasi senza più corpo,
quasi
senza respiro - verso
l´ignoto
di stanze racchiuse
tra
cuore e bocca.
E
furono parole piegate di pena
e
accorati i pianti e bruciati
dal
male tutti gli incanti.
E
fummo rinchiusi, sospesi
-
come
le viole più accese,
come
le sottili speranze -
o
ciò che spericola e stanca
noi
disancorati dal tempo,
dalle
fiammate dorate dei baci,
noi
fermi nell´ombra
ad
invocare i bagliori rimasti
a
languire sui tenerissimi prati
di
ieri.
Da L´occhio
verde dei prati (Fara, 2023)