Guardando
l´orizzonte
di
Marina Minet
Io
non so com´eri ieri
terra
che fai male, come un lutto.
Se
uguale ad ora ti specchiavi nelle pozze
scavando
le voci delle vecchie
per
renderle infantili come un tempo
quando
al buio anche i santi pregavano a rovescio
e
i piedi sulla strada sfidavano le scarpe.
Terra
d´avara confusione, chi pregherà con te
vuotando
i battisteri fino al grembo
non
c´è nessuno a ungere le falci tra i covoni
per
frammentare il grano a spigoli di sogni
il
tanto di invecchiare la gioia e le stagioni.
Maria
che è nata qui
ti
serve di nascosto ogni mattina
temendo
la salita con il gelo
e
chiede due monete per le uova e i soliti boccacci
voltandomi
le spalle un po´ dubbiosa
per
non mostrare il volto
di
chi non ha più attese.
Egidio
pensa a ciò che non sa dire
e
che lo porta via - come la pioggia
poi
sorride senza fiato dopo l´orto
ferendomi
al ricordo di mio padre
mentre
i suoi calli si spaccano stagnanti
piantandomi
nel cuore un osso nuovo.
Terra
che fai bene, come l´amore.
Io
non so cos´è questo formicolio diverso
che
mi trapassa lento - succhiandomi la pelle come un
figlio
questo
adorare invano che adesso mi appartiene
guardando
l´orizzonte così vicino agli occhi.
Da Scritti
d´inverno (Print Me, 2017)