1° maggio 1947
di Natàlia Castaldi
Portella
della Ginestra
sento il
dovere morale
di
cantare oggi
Il
sangue che macchiò
Le
tue brulle pietre,
sangue
innocente
di
giovani padri contadini
uomini
normali e callose mani,
donne
senza belletti e due bambini:
In tutto undici
vittime
innocenti che il primo maggio
s'eran
riunite a festeggiare
nel
giorno dedicato a chi conosce
dignità
nella fatica
la
vittoria contadina del “Blocco Popolare”.
Con
muli, zappe e parole
inseguendo un
ideale di ateo cristianesimo
che
d'antiche radici,
più volte estirpate e
soppresse,
da
Chicago a Parigi
avea natali,
di
otto ore di lavoro
per
diritto e dignitoso fardello
a
rivendicar e festeggiar conquistato
diritto e
sventolar rosse bandiere
s'eran
dati appuntamento.
Povera
gente,
-
ché dirigenti di partito
non se
ne videro! -
terre e
poteri già arsi dal sole,
per
giustizia sociale,
volèan strappare
a
baroni e potenti,
che
ignoranza del volgo
e
povertà seminavano
a
feudalesimo e sopruso.
Vertici
in tacito consenso
di
Stato e Chiesa
e
democratica elargizione pecuniaria
dell'America
alleata
ad
armar Giuliano
non ebber pudore né alcun ripensamento:
Portella
della Ginestra,
ennesimo
primo maggio di sangue e dolore,
ché
non cessi nella memoria
di
quest'Italia Repubblicana
la
data del suo primo politico scempio.