La logica del carrello
di
Ivan Fedeli
I vent'anni, chi li ha, li fa i suoi sogni:
la storia, la politica, l'eterno
vagare a cielo pieno sui binari
tra regni, mondi, strade esistenziali.
Primizie di un'età senza indirizzo
e il prezzo da pagare solo il tempo,
avanti a sol levante non c'è grigio,
domani si potrà cercarsi adagio.
« Ti ho visto che spingevi il tuo carrello,
le borse piene, faccia lì a contatto,
marcato con il marchio dell'Ikea.
Inutile poi è stata quell'idea.
Eppure si lottava muso a muso,
noi veri per contratto, noi palesi,
il muro si passava e
qualcos'altro,
illesi manco fossimo uno sguardo».
E si cercava dunque un'illusione,
rivoluzione il rosso, poi sbiadito,
il purgatorio adesso è già
arrivato
viviamo l'occasione del mercato
e duro quel vestito, la cravatta,
guardare al sasso, crederlo la vetta.
« Tradito questo no, forse abiurato,
si muore a poco a poco ed è peccato
sentirsi ormai sconfitti, lì a comando
del tre preso per due, di un nuovo
sconto.
Se cacciatori sì lo siamo stati,
adesso noi, le prede controvento».
Generazione all'ombra, a mezzi padri,
di facili promesse disattese,
in cerca di frontiere, nuovi eroi,
inutili nemmeno a dire poi.
Un popolo di spalle, a congiuntivo
lasciato con la pelle sotto il sole,
domani sarà presto e le parole
non chiedono contorni ma silenzi.
« Chissà se ci si arrende, e nella resa
issiamo la bandiera di una volta,
si scende in un tramonto più
lontano,
il segno che ci segna è dunque il
meno?»
E scaricava in fretta, per dispetto,
merende, pannolini, fazzoletti,
incerto se restare, dove andare,
i denti in un sorriso di favore.
E siamo stati cosa, cosa siamo,
bretelle ai pantaloni, film passati,
la pioggia a catinelle intanto
lava
l'attesa sempre in forse della sera.
Così si sta tra gli alberi e le foglie,
a verso di poeti mai studiati,
scrivevano ed è certo di futuro,
ad oggi chiusi in libri polverosi,
nemmeno a ripensarlo un buon Montale
e il coccio aguzzo di bottiglia in
alto,
qui vale un'altra logica ed il
salto
si spicca solo quando non fa male
guardare ancora avanti, dirsi un altro.
da :Inventario della specie opaca – Racconti poetici in terzine LietoColle, 2007