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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  La logica del carrello, di Ivan Fedeli 13/12/2007
 

La logica del carrello

di Ivan Fedeli

 

I vent'anni, chi li ha, li fa i suoi sogni:  

la storia, la politica, l'eterno

vagare a cielo pieno sui binari 

 

tra regni, mondi, strade esistenziali.

Primizie di un'età senza indirizzo  

e il prezzo da pagare solo il tempo,

 

avanti a sol levante non c'è grigio,  

domani si potrà cercarsi adagio.

« Ti ho visto che spingevi il tuo carrello,  

 

le borse piene, faccia lì a contatto,

marcato con il marchio dell'Ikea.  

Inutile poi è stata quell'idea.

 

Eppure si lottava muso a muso,  

noi veri per contratto, noi palesi,

il muro si passava e qualcos'altro, 

 

illesi manco fossimo uno sguardo».

E si cercava dunque un'illusione,  

rivoluzione il rosso, poi sbiadito,

 

il purgatorio adesso è già arrivato 

viviamo l'occasione del mercato

e duro quel vestito, la cravatta,  

 

guardare al sasso, crederlo la vetta.

« Tradito questo no, forse abiurato,   

si muore a poco a poco ed è peccato

 

sentirsi ormai sconfitti, lì a comando  

del tre preso per due, di un nuovo sconto.

Se cacciatori sì lo siamo stati, 

 

adesso noi, le prede controvento».

Generazione all'ombra, a mezzi padri,  

di facili promesse disattese,

 

in cerca di frontiere, nuovi eroi,  

inutili nemmeno a dire poi.

Un popolo di spalle, a congiuntivo 

 

lasciato con la pelle sotto il sole,

domani sarà presto e le parole 

non chiedono contorni ma silenzi.

 

« Chissà se ci si arrende, e nella resa  

issiamo la bandiera di una volta,

si scende in un tramonto più lontano,  

 

il segno che ci segna è dunque il meno?»

E scaricava in fretta, per dispetto,   

merende, pannolini, fazzoletti,

 

incerto se restare, dove andare,  

i denti in un sorriso di favore.

E siamo stati cosa, cosa siamo,  

 

bretelle ai pantaloni, film passati,

la pioggia a catinelle intanto lava  

l'attesa sempre in forse della sera.

 

Così si sta tra gli alberi e le foglie,  

a verso di poeti mai studiati,

scrivevano ed è certo di futuro,  

 

ad oggi chiusi in libri polverosi,

nemmeno a ripensarlo un buon Montale  

e il coccio aguzzo di bottiglia in alto,

 

qui vale un'altra logica ed il salto  

si spicca solo quando non fa male

guardare ancora avanti, dirsi un altro.

 

 

da :Inventario della specie opaca – Racconti poetici in terzine       LietoColle, 2007

 

 
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