Sul palmo della mano
di Milvia Comastri
Ho scritto un nome sul palmo della
mano.
Quella destra, che le cose racchiude,
e avvezza
è a cogliere dolori,
cancellare stupori,
riassettare con cura
soffocate emozioni, come lenzuola
prima della notte.
L'ho scritto col pennello più
sottile,
intinto nella
polvere d'hennè
comprata in un
bazar ormai lontano.
Come le mani di una donna indiana
che velata
va a nozze,
è ricamata
adesso la mia mano,
rosso
bruciante sulla pelle bianca
Ma cembali non suonano, né sitar,
né risa di
fanciulle nel corteo.
Non c'è sposo, per me,
non passione
d'amante,
non
baldacchino ricoperto di gemme.
C'è solo un nome sul mio palmo stanco.
Che alla luce del sole si scolora.