Vuoto
di Cristina Bove
Rampicanti mi avvinghiano e fioriscono
sulle mie spalle ora di legno annoso
e di compasso il cielo tra le punte
misura il mio consistere di vuoto
e rarefatta sono
anche
se appaio come di tondi e anfratti
scendono su di me nuove rugiade
recano in sé le spezie e tra gli incensi
percorrono le linee del mio dentro
e fuori invece sono abisso ignoto
è la dolcezza mia che sento riva
liquefatto silenzio
un sussurrare
è lì che vivo
è lì che mi ricordo il sole e il vento
è lì che resto immota alla mia fiamma
e brucio
e piango
e rido
la cenere di me sarà domani
ai
piedi di quell'albero assediato
da bignonie e clematidi
il mio vuoto sarà sempre più vuoto
un nulla che nessuno può colmare
in questo tutto
eterna solitudine.