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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Inferno, di Fabrizio Corselli 27/01/2009
 

Inferno

 

(Per non dimenticare)

 

di Fabrizio Corselli

 

 

Camminano a stento,

come anime grigie

su una comune fossa,

con ferite bianche

e i capelli rasati,

con lo sguardo spento

e una corona di spine

sulla testa; vagano lenti,

tutti quanti insieme,

lungo uno sterrato

che profuma di morte,

dove soltanto crescono

orditi fiori d'acciaio,

dall'odore di ruggine:

alcune delle loro schiene

tuttora si piegano

ricurve come tralci

sui fradici paletti.

Conduce quel sentiero

a una pira di cemento

il cui fuoco disconosce

della carne d'un martire,

la propria innocenza.

Al patibolo vanno,

pungolati dalla punta

di una baionetta

come appesi al gancio

del macellaio,

senza mai sanguinare.

Solo filo spinato

impresso nelle loro pupille

durante il tragitto,

quale triste ricordo

d'una colpa mai digerita

da coloro che il primato

della razza osannano

nell'alto dei cieli.

Più in alto, però s'innalza

il fumo, da una vicina bolgia,

odora proprio della carne

di quei penitenti

che adesso riscattano

della propria vita

il lungo tormento.

 

 

 

 

 
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