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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  L'orologio di Laura, di Elia Belculfiné 28/02/2009
 

               L'orologio di Laura                               

                di Elia Belculfiné

 

   Siedo nell'ombra della vecchia bottega del calzolaio a

farmi vecchio anch'io. Potresti magari,

per azzardo della mente, chiamarla vita questa fermata

nervosa, questo lasciare cadere le mani,

   dopo tutte le parole

versate, e le altre – le parole ingoiate

per forza, le parole d'amore.

   E arriva sorridente la piccola Laura,

vento lieve dell'est. Pone fine al girotondo dei

   pensieri. Smonta dalla sua bicicletta

che pare un giocattolo: è disincanto.  Ah, se la

vita fosse quel visino di vetro puro / respiro

di genesi. Ci furono mani –

non le stringemmo alle nostre.

   Questo vuol dire fine. E lento brucia

l'ultimo fuoco di sabbia. Ci

furono stelle certo – non le vedemmo,

mai. Ma la moneta sì,

lanciata in un testa o croce, e il futuro /  

  idolo senza carne unto dalle benzine della baia,

dai sali a sfiorare i tuoi piedi nudi privi

di passo in riva al suono

di una notte rum e coca. E nell'ombra buona che

sa di muffe e calce e polveri di tufo,

folgori nel cranio –

Laura sbuca dal caffè vicino,

risale in sella, scompare in un vicolo.

Torno a casa, ai miei fogli. Apro

le finestre. Ora ne vale davvero la pena. Perché

si deve crederlo, anche se pare

sciocco, che il mondo è quella bimba che

  sorride senza chiedere nulla in cambio. Tienilo

stretto il tuo tempo. Prima che dimentichi.

   Tienilo stretto. Prima di incominciare ad

aspettarlo. Segui l'orologio di Laura. 

Qui restano poche cose. Domani penseremo

case silenziose sulla via dei gabbiani,

un pugno di stelle, un vento, chi ci indichi la rotta

   dei sognatori. Ma intanto ascolta il motivo che sale, si

impone pian piano nella mente, forse voce

del mare antica, il lento crepitio dei ceppi o una bimba,

   una fata che mormora lenta tum bala tum

bala tum balalai in attesa di cercarmi le note, uno

strumento che le scagli lontane, le trasformi

in musica. Ascolta. Per te concerto il silenzio che freme

   nelle mie dita. Appena accennato.

 

 
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