Il circo della vita
di Valentino Rocchi
Stanco, sfinito
mi agito
ancora
sulla
segatura ocra della vita.
Il circo spegne le luci una ad una.
La gradinata è vuota.
È rimasto soltanto il silenzio
a colmare
la tenda.
È il momento della solitudine
che fa
germogliare i pensieri.
Quale ruolo ho ricoperto?
Come son riuscito
a far
restare desta l'attenzione?
Un mansueto cavallo,
una
indocile fiera,
un cane
paziente,
un
giocoliere puntuale,
un
trapezista audace?
Cosa, accidenti?
Cosa sono stato?
Rabbiosamente, per orgoglio e timore
serro gli
occhi rabbrividendo.
E mi vedo clown!
Poi li riapro.
Con un guizzo raddrizzo le spalle.
Torno a vestire l'abito lasco,
m'infilo
nel naso rubizzo.
Ed esulto:
Non ho sprecato nulla:
posso ancora
far sorgere
il sorriso
di un bimbo!