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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Elisabetha, di Eufemia Griffo 20/03/2009
 

 

Elisabetha

di Eufemia Griffo

 

Gelido il vento

d'un inverno infinito

scuoteva il mondo

 

la fine dell'amore

ove il dubbio s'insinua

 

Mille secoli

d'una storia sepolta

tinta di sangue

 

t'invocherò per  sempre

Mia Dolce Elisabetha

 

Vaghi come ombra

agli Inferi dispersa

cercando invano

 

me, che t'amai in eterno

e per questo dannato

 

Solo illusioni

tra l'eleganti vesti:

tu, nel suo volto

 

nelle candide mani

profumate di rose

 

Sangue commisto

atteso il giorno venne,

a rapir l'ira:

 

tra i tumultuosi nembi

alfine, trovai pace

 

~  Rigano il volto

lacrime calde,

ombre Confuse

nell'eterna morte

 

Sapore d'assenzio

sulle labbra rubino

nell'immortale amore

di chi ancora vive ~

 

Per la falsa notizia della sconfitta e morte sul campo del guerriero Vlad III, paladino della lotta cristiana contro i turchi, la moglie Elisabetta si suicida. Il condottiero, folle d'ira e di dolore, giura vendetta e rinnega l'Onnipotente, restando “non morto” per sempre, ambizioso di potere, assetato di sangue (di cui si nutre) e lussurioso. Attraversa i secoli fino alla Londra vittoriana, dove continua la sua caccia ai viventi finché incontra la bella Mina Murray, moglie di Jonathan Harker (il suo agente immobiliare) e dotata di una straordinaria somiglianza con la sua prima moglie Elisabetta. Dapprima “seduce” Lucy, la migliore amica di Mina, riducendola in fin di vita e uccidendola, poi Mina medesima. Da quel momento la sua vita cambia, mentre il dottor Van Helsing e un gruppo di uomini gli danno  la caccia.

 

Liberamente ispirata a Dracula di Bram Stocker

 
©2006 ArteInsieme, « 014086416 »