Milioni…
di Maria Attanasio
A milioni come fossero
sciami di cavallette
o formiche d'occasione divenute prodighe
come cicale,
giovani vite che cercano
vita tra scorie d'altre vite
consumate in fretta ma lente a finire
ché l'essere umano è in continua
evoluzione
e prova gusto a diventare peggiore.
A milioni dicono non
riescono a studiare
gran parte di loro a otto
anni comincia a lavorare
i nostri figli pettinano bambole
nei cortili tirano calci al pallone
baciati dal sole.
Da questa parte del globo il sole sta per
tramontare
nel caldo afoso di un'estate
di pettegolezzi e dicerie
di telefilm su ufo e fantasmi
e le nostre paure così evidenti
che ci tengono chiusi in costosi
appartamenti;
dall'altra parte del
globo
il sole sorge su un nuovo giorno
sudato e freddo come un incubo.
A milioni come mosche
zanzare
pidocchi e sono uomini
con braccia e gambe e voci e occhi
e denti e capelli che saltano sulle mine
che hanno forma di farfalla,
o dilaniati da bombe intelligenti
non tanto da evitarli,
per molti il cuore è pietra di nessun
valore
uno o un milione nessuna differenza
evidente
tanto la conta in un modo o in un altro
torna.