POESIA E'…
(esercizio di retorica)
di Salvatore Scollo
La poesia evanescente
vaga informe nella mente,
condanna a vita
senza sconti sulla pena
abito smesso pieno di toppe
sogno prigioniero in una gabbia
parola degradata dall'uso quotidiano
disegno tipico d'un momento
che si vorrebbe condividere
storia che non s'arrende all'evidenza
e che pure ha in orrore l'illusione
sempre in allarme sempre in ascolto
astronave incerta diretta in alto
tentativo ingenuo di raccontarsi
viaggio a ritroso nei fanciulli anni
storia che non spiega e anzi si scusa
sfondamento d'una porta aperta
riposo forzato in una catapecchia
lume non percepito in una notte scura
modo di dire non si sa che cosa
interiezione in una vita piatta
infusione di coraggio nel passaggio
limine d'un concetto inconcludente
rituale della infinita incertezza
scorcio di nuovo nel panorama
la pioggia nel pineto
culla che addormenta subito
cruna d'ago traversata dal cammello
cenere che insiste ad ardere
pigrizia nel non prendere di petto
frutto pendente un po' beccato
caduta dall'alto nella solitudine
cenno discreto di accompagnamento
rito consunto mancando la speranza
furto con scasso nei propri sentimenti
tentativi di scuotere l'immobilismo
timido appello che rifiuta
le prime pagine dei giornali
che fugge i luoghi
dove si battono le mani,
essa ama gli spazi larghi
altri da quelli del vivere comune.
La poesia è tutto e il suo contrario
quello che ancora non si è scoperto,
se voglia di vagare nella notte
o di dormire coi ginocchi stretti
soffio appena percepito
dell'amen, e così sia.