La città antica
(Ragusa
Ibla)
di Paola Sagrado
Ascolti i miei passi in silenzio.
Cosa celi nei tuoi antri neri?
E dietro le tue porte chiuse
quali destini si consumarono?
Raccontami, madre, le voci che udisti
in quelle notti di zagare e falene.
Parlami, sincera come nell'estremo
istante,
dei sogni trasudati come condensa
dalla tua pietra viva.
E dimmi dell'amore,
bianco come i tuoi lenzuoli stesi,
ora fantasmi gonfiati dal vento.
Ma tu resti immota, arroccata,
ritrosa
né ti curi del mio vagare, stanotte.
Non ti chiedi se domani verrò di
nuovo
con passo lieve sulle tue scale appese
né il sole, né il cielo uggioso sulle
avite chiese
più ti desteranno dal ricordo.
(Da Il diavolo piange,
Edizioni Il Filo, 2007)