Natura morta
di Marina Favro
Riempio di
petali lievi
la tazza di vetro amaranto,
coccolo il bordo smussato,
col dito seguo il contorno
cerchio rotondo e perfetto.
Appoggio l'aiuola di viole
accanto al grammofono muto,
non suona dai tempi del valzer:
mia nonna vestita da sposa
nel prato, sul “ballo a palchetto”.
Appesa alla tenda in velluto
la mosca si prende una pausa,
nascosta in mezzo alle pieghe
rimira la ciotola morta,
lisciandosi un'ala, annoiata.
Dondolo il piede sinistro
poggiata al pensiero rimasto
e guardo il destino di un fiore
che ho deciso dovesse sposare
una tazza di vetro scolpito.
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