incontro con Mila
che voleva diventare una bambola
di Elia Belculfiné
- Così baci la pioggia | pochi
istanti di maggio,
per una voce che intoni | la fatica del respiro | da piantare
come semi e lasciare il vento fiorire nei polmoni, lasciare il
vento | diventare | i tuoi polmoni. | Non
sappiamo nulla delle nostre mani. | I piedi
servono | alla strada soltanto? | Gli occhi,
che solo per vedere, meglio non averli - | - Che ne dici
se ti attaccasi due bottoni di madreperla sotto le
ciglia? E al
posto delle dita mettessi | delle armi di qualche tipo |
o magari bastoncini di zucchero […]
Ti va di divenire | una cosa | immortale?
- Alla ceramica preferisco la
plastica -| - Ti farei un faccino con
un sorriso da sala da tè | da fare invidia. |
O magari di pezza | vuoi? |
Pensa ai privilegi. Innanzitutto: basta pensare. Via rughe
di espressione. Niente sogni la notte, soprattutto |
niente notte. |
E finire in qualche collezione, farti antica, introvabile. | O
in una vetrina con un bel
cartellino: due pence. Scritto in
rosso | per
attirare i passanti. O forse ti tengo per me, se un giorno
avrò una bimba. Che bel dono per i suoi giorni!
Da tenerti nella culla; ti ricorderebbe
per sempre. Ti darebbe un nome, non so… Carlotta, Camilla –
Lenticchia: che ne pensi? Bel nome per una bambola, no? |
Infine ti consiglio | un'imbottitura in
puro cotone, i capelli | rossi! | Fili di
lana rossa; pochi | come d'abitudine.
- Bella e delicata; da lavare a
mano, con cautela -
E poi, facile da riparare se casomai uno strappo, ma tranquilla,
non sentirai dolore mai. | …Quasi | ne sono geloso.
| Allora,
di':come le facciamo | le scarpe? ||