Le guerre, oggi
Non pił soldati
al fronte devastati
Ma carne delicata di bambini.
Ventri di donne.
Occhi adolescenti.
Vecchi tremanti.
Le guerre, oggi
spezzano il gesto che il cibo sta
creando
rompono giochi di bimbi in una
stanza
gelano baci di amanti dentro il
letto,
bruciano l'erba nel prato
soleggiato.
Non pił trincee, non solo uomini
alla morte pronti.
Ma quotidiano annientamento
di immagini banali,
il cane, il gatto, il
galletto
che becchetta nel cortile,
il rumore della macchina da
cucire
un volto chino su un libro,
l'orologio che batte le
otto,
un passo sulla piazza,
una risata che s'affaccia al
balcone
una tazza rossa .
Non pił stupido gioco di eroi,
tenenti, fanti generali
sergenti.
Ma quotidiani frammenti
di vite sparpagliate
su strade del centro
sotto il sole,
o su una notturna
periferia
velata dalla luna.
Osceno scempio di vittime
Disarmate, inermi,
innocenti comunque.
Non pił solo soldati comperati
per una laida sete di
potere.
Ma tu e io azzerati in un respiro
e la sorella del nostro
amico
e il compagno di banco
delle medie
e la commessa del negozio di cravatte
e il taxista del posteggio
nella piazza
e l'uomo che ti vende il
giornale
e la donna della
lavanderia
e il medico che ha curato
tua madre
e il bambino che ha fatto
un anno ieri.
E tutti, tutti noi, senza divisa.
(Poesia che ha vinto il Premio
Container 2006)