Paradisi ed …inferni
di Domenico Sergi
Ali di folla
acclamano il passaggio
dei
tuoi paesaggi vividi e lucenti :
cieli
dolci di miele, mari strazio d'incanti
soli a
fiumi ch'esplodono arance
ed
anfratti e scogliere d'aragoste e murene
coi
scirocchi rossastri che asciugano i pianti
scorribande galanti di miti e di dei
nei
giardini di Ciro da mille e una notte
col
profumo nell'aria che tutto c'inonda
le
città , i paesi, qua e là la campagna
…ma attenti al
contempo
a dove
mettere i piedi :
fossi
e cocci di vetro
vi
s'imbrigliano i passi,
sono i
treni più incerti
sono
in calo i ferryboat
le
risorse giù al taglio,
è
ormai al lumicino il bel chiaro di luna
e in
tanti angustiati a lanciare l'allarme
“prima donne e bambini e poi
…noi, gente inerme…”
Quel che Croce
chiamò ‘paradiso dei diavoli'
qui da
noi par mutare in…‘inferno per angeli'
che
non sanno a che santo votarsi…
Scema intanto
la voglia e l'incanto
cuori
e menti si fanno da parte
tutto
è stato, già visto, immutato
cambia
il tempo la scena gli attori
per
cambiare c'è tanto fermento
urla e
grida, c'è tanto rumore
ma a
cambiare, si sa, cambia niente…
Costruiranno, lassù, forse un ponte
sarà
lungo di qua alla luna
porteranno quaggiù tanti raggi :
son
per noi, per voi, per tutti
amuleti
di buona fortuna…(!?)