Sipario d'inverno
di Cristina Bove
Spengo gli ultimi fuochi sui crocicchi
copro il mio piatto a tavola
e la sedia
servirà bene a un'altra compagnia.
Vi lascio il vino e il pane
una tovaglia a fiori e una caraffa
d'inutili parole
e vado via.
Sui fili tremebondi alte le voci
innescano gerundi a passatempo
nuvolaglia che incombe sulle case
dove regnava il sole
tresca di mandarine e mestoloni
le limacce che guadano tra i muschi
e grida ovunque
nel grande schiamazzare degli svassi
io mi dileguo
sono come quegli albatri feriti
dagli stili di ghiaccio
che senza nido vanno ad ali stanche
in cerca di uno spiazzo per dormire
finalmente dormire.
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