Raffaele
di Tiziana Monari
Inquieto
come un bimbo scalzo
come il profumo della gramigna
ascoltavi in una conchiglia
la voce delle onde
le amare filastrocche di paese
le vespe nella testa
mille fauni che urlavano sul cuore
cantavi attorno al fuoco
tra gli ulivi e il mare
in una vigna antica
dissodando zolle
spillando il sangiovese in controluce.
Sotto i bordi dell'ombrello
arricciavi foglie d'aprile
il crepuscolo di un Dio capovolto
nel legno incidevi lucignoli
figure di donne
ricoprendo i capelli di nuvole bianche
le ciglia di soli sbilenchi
avevi nascosta
la solitudine in tasca
un torroncino Sperlari
le caramelle Rossana
poi aprivi le mani
quelle mani che non avevano niente
solo monili sparsi per terra
e il rosmarino dell'orto.
In fondo al cortile.
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