SECONDO
MOVIMENTO – IL SOLE E LA LUNA
di Natàlia Castaldi
(ii)
Fame nel crampo del ventre
sete
nell'arsura del sen(s)o.
*
Limpido ruscello tra le rocce
fino al mio letto la tua
mano
d'acqua dilata
l'incertezza,
che lenta scorre il
turbamento
al nodo palustre della
vita
- foglie secche tra le fronde
l'esili dita nell'inganno della notte. -
mi fosti sogno,
miraggio, es_pressione
p-a-r-o-l-a
(sei) –
assente -
nell'imago
scolorita
del frutto spezzato del
tuo seme.
*
Me
nella sete
me nell'assenza di battito
al vacuo pugno della carne.
*
Ora so che la luce non m'appartiene
nel gesto incauto d'una
vanità
che non mi specchia
eppure in
me riflette
l'eco della miseria.
*
Ambizione -
lambirti la
riva
nella
risacca amara
del verbo alla frusta -
*
Non fui io gesto
né parto
o coagulo di sangue
non fui ventre
né letto inerme
di fertile pastura
o paludosa melma
al bosco eletto
d'aggrovigliata
mangrovia,
radice d'un
“perché”
brandito
contro il fato
- Iniquo -
nell'effimero
monologo esangue
del vento al tempo
quando
insegue la tua ombra.
*
– Cantami –
Casta inopportuna
deflorata prigioniera
dell'Io votato
all'improprio appartenersi
al vuoto
- e giungerai
(Lo soffia impertinente il vento)
ellisse d'un
tramonto
ad incidere nell'incavo
dell'ora
la rosa tagliente di
silicio
prima che l'ultimo fiato
arda il tempo del nostro
esilio.
Nota: ispirata dal Trillo del diavolo, di Giuseppe Tartini
(1692 – 1770)