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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Bologna, mia madre, di Milvia Comastri 28/05/2010
 

Bologna, mia madre

di Milvia Comastri

 

Dicono in molti che tu sei cambiata,

non invecchiata, che sarebbe normale:

dicono che ti sei degenerata,

e che non sei pulita, e che sei inospitale,

ed incivile, anche, e noncurante

di ciò che nel tuo cuore accade

(che forse, un cuore, neppure più lo hai).

 

Dicono in tanti che tu sei cambiata:

deturpata dal traffico incalzante,

hai perso identità,

sei anonima come cento altre città,

sfilate di negozi tutti uguali,

McDonald universali,

dove, nel rosso di salse artificiali,

galleggiano parole incartonate

E ultimamente sei commissariata,

e chi l'avrebbe detto, tempo fa,

che tu, la città pasionaria,

avresti pure subito questo sfregio.

 

Dicono che sei cambiata, Madre mia,

e forse chi lo dice non si sbaglia.

 

Eppure sono tornata, 

dopo averti per anni abbandonata.

E con l'amore di una figlia immatura,

ho riannodato il cordone ombelicale

e ci sto bene, dentro la tua pancia. 

E fingo che tu sia quella di prima,

e, più di prima, continuerò ad amarti.

 

 

 
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