Bologna, mia madre
di Milvia Comastri
Dicono in molti che tu sei cambiata,
non invecchiata, che sarebbe normale:
dicono che ti sei degenerata,
e che non sei pulita, e che sei inospitale,
ed incivile, anche, e noncurante
di ciò che nel tuo cuore accade
(che forse, un cuore, neppure più lo hai).
Dicono in tanti che tu sei cambiata:
deturpata dal traffico incalzante,
hai perso identità,
sei anonima come cento altre città,
sfilate di negozi tutti uguali,
McDonald universali,
dove, nel rosso di salse artificiali,
galleggiano parole incartonate
E ultimamente sei commissariata,
e chi l'avrebbe detto, tempo fa,
che tu, la città pasionaria,
avresti pure subito questo sfregio.
Dicono che sei cambiata, Madre mia,
e forse chi lo dice non si sbaglia.
Eppure sono tornata,
dopo averti per anni abbandonata.
E con l'amore di una figlia immatura,
ho riannodato il cordone ombelicale
e ci sto bene, dentro la tua pancia.
E fingo che tu sia quella di prima,
e, più di prima, continuerò ad amarti.