Come una pietra focaia
di Tiziana Monari
Lo ricordo il nostro amore d'eccessi e mancanze
come una
pietra focaia
la tua
nuca chiara
la traccia
delle vertebre negli argini del corpo
il tuo
vestito di satin rosa colmo di asole e bottoni
le tue
gocce che si univano alle mie col sapore d'ambrosia e sangue
e quella
seduzione della realtą che diveniva confusa
fiamma di
spada senza nesso o forma
amalgamata nel
corpo buio dell'estate
celata in una
grossa anfora di Hebron
e il
dolce dissidio del commiato
lattiginoso e
abbondante
le nostre
arterie pesanti
il nettare
d'autunno che si trasformava in neve
l'arresa
al cuore in una dolcezza triste
le notte
livide di sogni ciechi
dove
dormivano l'assassinio e lo stupratore
il bimbo e
l'angelo azzurro
fiutate
all'estremitą della valle come se
fossero prede voraci
quelle notti
alla rinfusa mescolate insieme come un
mazzo di carte
spossate di
dolore
pesanti come
un'antica stadera di ferro
diventate assenza
poi il
nulla.