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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Il passo del bradipo, di Elia Belculfinè 03/09/2010
 

Il passo del bradipo

di Elia Belculfinè

 

 

Vorrei essere un'onda sonora, per arrivare a te con
una nota - il coniglio nella manica - una pausa di minima. Rapido, ma
non quanto la baleniera di Zeus, perché l'amore lontano
muove | il passo del

bradipo. Per quale ragione

desiderare di
essere la luna? Nella  mia stanza da letto l'oscurità  può abitare

anche il gesto delle finestre, qui che ogni

ombra disegna sulle mie

 

spalle la parola luminosa del

tuo sangue, e fra  le mie braccia come quella di

un tiglio. Ahi, il lungo

magnificat del campanile e poi

annientarmi:

 

il tuo sorriso, quando, triste, affoghi

la tua pena nel mio ventre pieno di api-lucerne. E ti sporco
di lacrime, le mie, di rettile,

rumorose e nuove – una
diavoleria di tammorre. Vorrei, io vorrei seppellire nei miei
occhi il tuo cuore riconoscente, epico, meravigliato, 

la cicala drappeggiante delle ore -
code di bai, per averti

 

in questo concilio di fuochi, in questa pietra viva
adesso, prosciugata, in questo vino aspro e i pani crociati,

ri cunti de ri viecchi

sott'a ri i purtuni chini de

spiriti stracqui.   

E Zia Annibala? Che mi ha insegnato a ridere con

le mani, quando tiravano il vecchio

sipario della missione.

 
Pertanto ho imparato a misurare l'anima in quarti,

il respiro. E recito la Madama Butterlfy per riempirmi  

la bocca di inflorescenze, pollini
essiccati,
perché sono un poeta, dicono, e la mia bocca odora
di vigneti antichissimi, come le arche di farro e miglio nelle

ossa-flauti degli imperatori. Poi

invecchierò,

 

e gli spartiti, le opere, i giorni;

il finale a pezzi, l'attore intirizzito dietro il

tendone. E mia madre come una cassandra nello stomaco

del violino, le sue ultime parole,  una

maliarda del mondo ottimo.

Allora aspetto,

 

trascinando al tuo seguito / un abominevole

contagio sonoro / urtando lo scenario. << L'uscita è da quella parte >>

alzando la bacchetta

magica contro il cappello del prestigiatore.      << Dopo di voi,

prego. >>

 

 

 
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