Il bacio
di Elia Belculfiné
I
Ora mi raggiungi (
piccola luna excelsior ) - La rana, mi
hanno detto: non nuota
stile libero - Tu
mi disperi -
E' possibile?
Imperativo io
voglio – in un altro
mondo, ( senza musa ) le tue forbici nella
mia voce in cui dimenarmi
cerchio. Cerchio...
Ed io... Io-respiro, ma dov'è il mio
respiro... Artico!
il mio cuore un iceberg, Lo fissavo
incredulo. E tagliava
pian piano la
chiglia del mio amore. Ma
le tue mani sono demòni
di significato, e non posso non essere
che una zolla;
ho pregato perché tenessero il mio fiato
acro di terra nel pugno. Terra, terra! Ho
gridato. E sul
tamburo dell'acqua i fiori
di San Silverio brulicavano
nel mio futuro.
II
Questo è il
sangue.
Questa è la
commedia, o piccola
luna occhio di pesce volante; tempo forse
impossibile
da mettere per iscritto
gli oliveti
ispidi della tua anima. Dov'è
| che va a
finire il tempo...
Io non ho fretta.
Ma lasciami |di quella spina
che ti migliora
la finzione.
III
Ieri,
dipingerai un silenzio nuovo nel fondo
dei
miei occhi, mentre che lascerai gocciolare
la fretta dagli
istanti.
Neppure il tempo
di un addio.
Mi dirai una
parola di licenza prima
che venga
notte,
- rimboccando
il letto - alla lampada-brivido di tenerci
mortali, un colpo d'occhio
distanti
dalle stelle,
Allungherai le
ciglia, sì, lungo un filo di nylon di settembre –
- chi sei, dunque?
– dissonante spalle al mare.
- Non ti ho mai
visto ritornare -