L'Italietta
di Maria Teresa Santalucia
Scibona
C'era una volta la garrula Italietta
che allegra sfarfallava tra i colossi.
La vita si evolveva in tutta fretta
fra crolli rapimenti e scatafossi.
Il cittadino divenuto ardito
dilapidava i risparmi in trattoria,
ognuno vagheggiava un posto ambito
pur di andare in vacanze in Tunisia.
Non era più la mitica nazione,
patria di santi e di navigatori.
Il cinema e la televisione
proponevano effimeri valori.
Si disdegnava ormai quel tal mestiere
che non portava dritto alla ribalta.
Non era più di moda il ragioniere
perché far l'impiegato non esalta.
La nuova ricca non si dava pace
se alloggiava nel rione popolare,
ormai non indossava che “Versace”
e voleva esibire il suo visone.
Il maritino manager rampante
ambiva come meta, la carriera.
A lei sacrificava moglie, amante
tornando a casa stanco a tarda sera.
L'onorevole a fine di mandato
rimaneva cucito al proprio scranno.
Nessuno più imitava Cincinnato
e per l'Italia perdurava il danno…
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