Donna da pietre al dio degli uomini spietati
di Cristina Bove
Avevo un corpo di carne morbida
sentivo vita e amore nei miei fianchi
credevo che ci fosse un dio
ad amarmi per primo
e non colui che stabilisce l'odio
per mano dei suoi figli.
forti di sacri rotoli a sostegno
della parola che non fu mai detta.
Sacro per le bestie feroci
il libro che sancisce l'assassinio
il libro portavoce dell'umano abominio.
Ovunque è detto dalla voce oscena
dei figli della terra tenebrosa
che si pasce di sangue e taglia gole
nel suo nome.
Se mai esistessi
tu
dio delle cose morte e delle lapidi
assiso a scrivere condanne
per mano dei tuoi uomini.
che facesti ad immagine d'inferno
abitatori di deliri e oltraggi
tu che ancora permetti
che mi schiaccino il volto sotto i tacchi
che affondino il mio cuore nella terra
e non abbassi gli occhi
non muovi almeno un dito
e come loro, che sono i tuoi padroni
depositari d'ogni tuo furore
forse ridi
di me
che sono inerme
sepolta ancora viva
e col mio sangue pago le tue pietre
tu
che non scrivi nei tuoi libri abietti
la parola perdono
e non la incidi a fuoco nelle mani
di chi le tira per vedermi morta
sarebbe meglio che non esistessi
che non fossi mai stato
il mio creatore.
|