Etruschi
di Salvatore
Armando Santoro
La Tracia mi confonde,
un po' mi avvince
alle radici antiche spesso guardo
orme ci trovo di inumate spoglie
simbologie indiscusse di nozioni
che affiorano da vecchie sepolture,
da statue e arnesi usuali di lavoro.
E poi quell'arte uguale dell'estrarre,
quell'energia che sprizza dalle tue Colline
che minerali antichi ancor conserva
che forza diede a civiltą natie
a popoli che fusero nei geni
l'unica traccia che dormiente giace
nell'indole sarcastica e spavalda
che accarezza culture ancora vive
che l'appennino culla e custodisce.
Erodoto ancor parla, a noi favella,
di popoli migranti,
di culture che diedero ai Sumeri
segni ed indizi per la loro arte,
potenza e forza per consolidarsi,
ideogrammi per manifestarsi.
Ecco, tra i boschi di aceri e castagni,
va ricercata forse la natura oriunda
d'una gente, d'un popolo orgoglioso,
che civiltą poi diede a Roma antica.
Paziente attende che la nuova scienza
nell'invisibile affondi mente e ingegno,
sciolga dei grandi interpreti il mistero
e ci regali l'uomo dissolto, quello vero.