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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Evviva Garibaldi, di Salvatore Armando Santoro 07/02/2011
 

Evviva Garibaldi

di Salvatore Armando Santoro

 

 

Evviva Garibaldi il grande seduttore

del mezzogiorno un dì liberatore

 

con suoi soldati male equipaggiati

che Rubattino a Quarto ha foraggiati

 

Non penso fosse sponsor naturale

forse qualcuno s'é informato male.

 

Infatti, anche Vittorio Emanuele

già sapeva del furto delle vele,

 

visto che Farini già era informato

che Rubattino voleva esser pagato!

 

Insomma il via da Quarto genovese

era come il segreto del marchese

 

che aveva scritto anche sulla scala

che i Mille andavano a Marsala.

 

In gran silenzio insomma son partiti

mentre gli inglesi stampavano gli inviti:

 

"A giorni spettacolo dei pupi

prendere posto in spiaggia sui dirupi".

 

"Per vedere arrivare gli invasori

con Garibaldi e i suoi liberatori".

 

Arrivati laggiù, è facile intuire,

che i Borboni dovessero fuggire.

 

Invero come accade molte volte

è uno scherzo far riuscire le rivolte.

 

Difatti se i comandanti son pagati

e facile poi dire: "son scappati!".

 

A parte qualche finta scaramuccia

a Palermo si trovò soltanto "ciuccia" (*)

 

per la felicità dei giovani invasori,

accolti dalla mafia e dai signori

 

al suono della banda e dei tromboni

agitando le drappelle ed i blasoni.

 

Così poi si concluse l'invasione

finita in sesso e grande libagione.

 

Ma appena Garibaldi salpò via

riprese la manfrina e cosi sia.

 

L'arruolamento divenne obbligatorio

e il contadino messo in purgatorio

 

con quasi trenta tasse da pagare,

le industrie della seta da smontare

 

e coi soldati fedeli a "Franceschielle"

da farsi massacrare a Fenestrelle.

 

Davvero un bell'inzio siciliano

e a tanti scassò non solo l'ano.

 

Della strage del Bronte sorvoliamo

ma a investigare bene vi invitiamo

 

come sarebbe da guardare a fondo

la lotta dei braccianti al latifondo.

 

Insomma sa solo il vero il salvatore:

ma era eroe oppure un predatore?

 

 

 

(*) Ciuccia - chiedete agli Abruzzesi cosa sia. Benigni la chiamerebbe la "susina", ma penso che l'abbiate capito tutti. L'attore Antonio Albanese in siciliano direbbe: "U pilu".

 

 

 

 

 
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