Tra i
rifiuti
di Paola Marasca
C'è un mare
dove volano i gabbiani
usato da milioni e milioni di mani
eppure nessuno lo culla
nessun marinaio lo vuole
quel mare che odora di morte
Le sue onde arrese
di fronte allo sguardo del cielo
che non trova lo specchio
per criniere d'azzurro
Nel vortice di un giro di vite
in un mercato che vuole
produce e disperde
Ci sono anch'io e pure tu
a dar forza a quel mare
che senza respiro s'innalza
In un pianto che cola
di putrida alchimia
una civiltà corrotta
estende i suoi tentacoli
Resti solo tu gabbiano
a far scia di brezza
in un grigiore
che non sa nemmeno
di mare in tempesta
|