La logica
editoriale vorrebbe che di queste “perle” di Alessandro
Canzian, autore che ha avuto un'evoluzione di stile e di contenuti veramente ragguardevole, procedessi alla
pubblicazione di ognuna e non in toto, ma in questo modo sono fermamente
convinto che il loro splendore risulterebbe meno evidente, un po' come se un
magico momento durasse troppo poco per goderne appieno.
Dolcezze
di Alessandro Canzian
Vorrei
farti salire
su un mercantile per la Cina,
riservare la nave
per noi due...
(vecchia canzone)
Murakami
Haruki, L'elefante scomparso
Ci sentiamo al telefono per un
attimo, tu hai fretta di chiudere,
il racconto si svolge presto
tra curve e linee continue.
Riconosco la tua voce dal tono
che si inflette su alcune parole,
lessici solo tuoi, quasi un intimo
toccarsi nell'amore
-ti avevo stretta le braccia per
padroneggiare nel tuo corpo-.
Tutto si risolve velocemente.
La telefonata finisce quando
una tenerezza passa claudicando
sulle strisce pedonali.
***
Devo tornare alla vita di sempre,
riconoscerne i dettagli.
Perchè siamo attratti da stelle
che non ci vogliono.
Ti era piaciuto Masters avevi detto
e io t'avrei baciata a fondo
sul gesto dei tuoi occhi.
Invece ho preferito le tue gambe
brevi e belle, ho preferito
il mare a pezzi da lontano
che dicevi visibile di giorno
qualche volta, come nell'amore.
***
Di tutto ciò che ho scritto
sui
tuoi occhi belli, la tua voce
che amavo così tanto e le tue
gambe color linfa, insomma,
è rimasta poca cosa.
Qualche verso sporcato dal
vino che mi inflette, un
insetto
qua e là, saturo di ciglia,
mentre cerco tra le pagine un
qualcosa che abbia la tua forma,
una sagoma di cosmo, appena
un gesto dei tuoi parchi.
“Prendimi in braccio per
favore
che non posso camminare”