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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Il vecchio e la bambina, di massimolegnani 20/10/2015
 

Il vecchio e la bambina

di massimolegnani

 

 

 

Aveva una bavetta che si raccoglieva all'angolo sinistro della bocca e che si riformava come un fiore a primavera non appena lui si ripuliva con la manica. E aveva tante grinze in viso, più degli anni suoi, era un foglio di carta troppo a lungo stropicciato. Lei non gli vedeva né la bava né le grinze, forse era cieca oppure aveva occhi in grado di vedere unicamente il bello delle cose.

Passeggiavano tenendosi per mano sulla strada polverosa che dal paese portava alla campagna. Andavano sicuri, come avessero una meta, con una falcata asincrona, passetti brevi e rapidi lei passi più ampi e lenti lui, falcata che risultava redditizia a mantenerli in pari. Poche le parole, essenziali i gesti, tanti i sorrisi a scambiarsi brevi stupori al volo sfarfallante di una gazza o al turbinio di foglie gialle al vento.

 Un sodalizio strano, fragile e tenace, nato per caso un giorno in riva al fiume. Lui pescava fissando assorto l'acqua, lei, comparsa chissà da dove, s'era acquattata al suo fianco, senza nascondersi  imporsi. La bambina osservava il galleggiante che ricadeva preciso in acqua dopo il volo ampio del lancio e condivideva la pazienza di un'attesa forse vana guardando gli occhi placidi del vecchio. Al primo imbrunire lei gli regalò un papavero colto per lui nel campo, a ricompensa di tutti i pesci che non aveva preso. Poi scappò via prima che le arrivasse un grazie.

Da allora il vecchio porta il fiore rosso infilato nella tesa del cappello, come una sfrontatezza, un dispetto alla sua età. Cammina con la schiena dritta e una bavetta all'angolo sinistro della bocca, lo sguardo rivolto all'utopia dell'orizzonte. Nella mano stringe ancora le dita salde della bimba e insieme vanno, senza che gl'importi dove.

 

 

 
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