Asino
e pavone
di massimolegnqani
Non conosco due animali più diversi, per natura loro e simboli che gli
attribuiamo noi. Bellezza e bruttura, eleganza e sciatteria, colori sgargianti
e grigio cupo. Uno fa la ruota di superbia, l'altro la spinge al giro tondo
della macina. Uno è il pupillo della regina, l'altro appartiene al contadino
più arretrato. L'asino banalmente raglia mentre il pavone è originale anche nel
verbo, paupula eppur si tiene lontano dal
ridicolo.
Ma tu ascoltali di notte qui in campagna, cantano in coro note
malinconiche. Squarciano il buio con disperazione identica gridando al mondo
che la felicità in ogni caso non esiste.
Turismo
(ri)ciclabile
di massimolegnani
Amo cercare territori che ancora non conosco per brevi scorribande, e se
possibile inseguire il caldo sostenibile in settembre, il sole amico e l'aria
tiepida, cucirmi addosso un ritaglio di fine estate mentre parto dall'autunno.
La bicicletta mi permette un contatto stretto con l'ambiente nuovo, le ruote a
girare lente sull'asfalto o sul ghiaietto aiutano a guardarmi intorno in un
turismo utile a farmi meno ignorante.
Così sono calato in Tuscia di cui non
sapevo nemmeno il nome e mi diverte che sia Lazio e non Toscana come sarebbe
logico.
Inanello laghi lontani, Bolsena, Vico, Bracciano e mi sorprende la bellezza
delle sponde, i prati digradanti all'acqua, i canneti, le spiaggette libere, il vento forte che li fa
sembrare piccoli mari, la sabbia nera che mi indica la loro origine vulcanica.
Del vulcano alcuni conservano il cono da scalare con fatica come a Vico, giro
tutt'attorno al bordo guardando giù il cratere sommerso d'acqua, mi sembra di
sentirne ancora il rombo.
E sulle rive borghi di pietra chiara e antica, Capodimonte protesa
alta sul lago, Bolsena aristocratica, Anguillara adagiata
quieta, forse qui pescavano le anguille un tempo, non solo i coregoni. Ma più
del pesce, a sera, la mia fame esige i bucatini all'amatriciana e la porchetta
che sazia e stuzzica.