Pranzo di Natale fra
vent'anni
di Domenica Luise
Tanto si ammazzarono gli uni contro
gli altri fino a che, in mezzo alle macerie, rimasero due aspiranti
tiranni mondiali: sua altezza onnipotente Ninuzzo e
signora e sua grassezza onnipotente Bucciabaccia con
moglie. Il medio ceto o ciò che ne era rimasto, divorato dalle tasse, lavorava
dal mattino alla sera e anche la notte, mangiava poco, risparmiava per i figli
e pagava i debiti facendo altri debiti a interessi sempre più alti. Anche i due
tiranni mondiali avevano figlie e figli propri e varie mogli, conviventi e
amanti o amiche, ognuna con altri figli di primo, secondo e perlomeno terzo
letto, ogni figlio aveva altri figli e a Natale c'era un gran pranzo di
famiglia dei due tiranni tutti assieme felici e contenti, come ognuno di loro
affermava.
Sorridendo dalla testa ai piedi Ninuzzo proclamava che Bucciabaccia avrebbe
dovuto prendere il potere assoluto e che egli sarebbe diventato il suo più
fedele servitore, ancheBucciabaccia diceva lo
stesso dell'avversario e intanto, nell'ombra, ognuno dei due complottava alla
ricerca di un killer per fare fuori l'altro a qualunque prezzo, ma quasi tutti
i killer erano morti ammazzati e i pochi rimasti si godevano la pensione in un
paese di sole sia pure diroccato, anzi le pensioni erano due perché ognuno dei
tiranni mondiali gliela doveva pagare se non voleva finire rapidamente come
tutti gli altri.
-Possibile che tu non sia capace di
fare fuori quel cretino?- dicevano le rispettive mogli dal mattino alla sera e
anche la notte parlando nel sonno.
-Cara, tu sai che non mi posso
esporre, il popolo non è scemo come sembra- rispondevano i mariti rigirandosi i
pollici.
-Ma dov'è questo popolo?
-Bucciabaccia li ha
ammazzati tutti.
-Ninuzzo li ha
ammazzati tutti.
-Sono rimasti in quattro gatti e
perfino malati infetti, che non stanno in piedi(in realtà era fame).
-Ma tu sai che malattia hanno?
-Nessuno può dirlo, hanno distrutto
tutti gli ospedali, non ci sono più nemmeno gli apparecchi per misurare la
pressione né per fare le analisi.
-Io mi sento benone- dicevano Bucciabaccia e famiglia allargata.
-Io mi sento benone- dicevano Ninuzzo e famiglia allungata.
In televisione trasmettevano ogni
cosa che si possa desiderare, sport di tutti i generi con film di violenza e
horror per i signori e ricette di cucina, moda, belletti e telenovele per le
signore, poi c'erano pure le femmine sportive e i maschi che facevano gli chef,
per non parlare dei giochini con folli
guadagni che quasi nessuno riusciva a portarsi via. L'unico lusso concesso al
medio ceto, poiché pagava le tasse, era l'apparecchio televisivo, che veniva
finanche regalato dallo stato a chi non poteva comprarselo, o sennò come gli
avrebbero raccontato tutto quello che volevano? E che festa quando nelle
stamberghe entrava quello strumento di plastica grigia, i poveri si mettevano
lì davanti e stavano con le labbra penzoloni anche se dopo un poco gli veniva qualche
dubbio.
I due tiranni mondiali e le loro
mogli erano convinti che si sarebbero sentiti felici se fossero rimasti da soli
al comando e non pensavano più a cos'era successo a Roma ai tempi di Nerone.
Ormai parlavano quasi tutti una
lingua mondiale inglesizzata molto più semplice, aBucciabaccia questa
cosa scocciava non poco, così decise di rompere gli indugi e, cogliendo
l'occasione del pranzo di Natale, pensò di liquidare il rivale con un coltello
da cucina di quelli che servono per disossare il pollo affinché nessuno
sentisse il rumore degli spari. In quanto a Ninuzzo rubò
una rivoltella a un poliziotto che era morto in un vicolo nella solita
sparatoria, ne cancellò la matricola con una grossa lima che gli serviva per i
suoi lavoretti di idraulico, la caricò e attraverso un cuscino che
fungesse da silenziatore sparò al rivale proprio nell'attimo in cui gli si
avventava contro colpendolo al cuore con il coltello. E caddero insieme uno
sull'altro, subito accorsero i rispettivi devoti e dopo litigi vari tra parenti
e acquisiti, si formò un comitato democratico per l'elezione dell'unico tiranno
mondiale di cui si sentiva un disperato bisogno perché finalmente prendesse
decisioni e programmasse l'ordine nuovo di cui tutti parlavano senza sapere
cosa fosse. Per verità storica debbo aggiungere che ognuno dei cinquecentodue
parenti aspirava a diventare il solo padrone con qualunque mezzo, tradimento,
arma bianca o nera che fosse. Fu così che festeggiarono il Natale quell'anno.
Gli unici che non si presentarono
per ereditare furono Giuseppe, il falegname, che si diceva in giro fosse
discendente , nientemeno, della stirpe di Davide, e Maria, sua sposa, incinta
grossa dopo la visione di un arcangelo e uno strano annuncio, per chi ci voleva
credere. I due giovani si misero in viaggio perché il re Erode stava contando
tutti i sudditi voglioso di capire quanto potesse spremerci e anche loro
dovevano essere schedati, così lei partorì in una stalla abbandonata, dietro un
masso, alla luce di una stella e si sentì un vagito vivo e prepotente in mezzo
alle sparatorie e alle umane bugie.
Era nato anche stavolta. Da sotto le
scrivanie e i tavolini sbucarono gli ostaggi scampati ai massacri e gli
portarono quello che avevano: pane, acqua e un fuocherello.