Attenti ai bambini!
Ho preso in prestito una canzone di
Lucio Dalla: "Attenti al Lupo" per dare un titolo a questo mio
semplice contributo.
Attenti ai bambini! Sono prontissimi
a spiazzarvi e a darvi scacco matto se vi avventurate in domande banali,
stupide o pateticamente drammatiche. Un mio amico che ha
un bambino di sette anni per il quale ha un grande amore e ammirazione
generosamente ricambiati, si sentì in dovere, d'accordo con la moglie, di
portare il televisore in cantina perché il figlio stava diventando il classico
bambino teledipendente.
Non perché i genitori non giocassero con lui, ma quando erano al lavoro
nessuno, in casa, riusciva a staccarlo dalla magica scatola. Il bambino non
batté ciglio. Continuò la sua vita normale di bambino normale. A scuola andava
bene. Il problema era risolto. Passò un po' di tempo e venne il momento in cui
il padre cadde nella trappola della domanda stupida e pateticamente drammatica.
In un momento di tenerezza fra padre e figlio il mio amico pronunciò le fatali
parole:"Ah, Marco! Che faresti se papà
morisse?" Immediata, bruciante come una raffica di mitragliatrice la
geniale risposta: "Riprenderei il televisore e mi comprerei la playstation" Domande tipo "Vuoi più bene a mamma
o a papà?" credo che ormai nessun genitore o parente le
faccia più. Ma le trappole sono tante e qualche volta noi adulti ci
caschiamo. Una mia parente che ha un bambino della
stessa età,quattro anni, del figlio di una sua amica più giovane di lei, ebbe
la debolezza di chiedere al bambino:"Secondo te, Roberto, chi è più
giovane, io o la tua mamma?" Il bambino rispose: "La mia mamma".
"Sai quanti anni ha la tua mamma e quanti ne ho io?" "No"-
rispose Roberto. " E allora - incalzò l'incauta che credeva di cantar vittoria -
come fai a capire che la tua mamma è più giovane di me?" Il bambino, che è
marchigiano, abbandonò l'italiano e scelse il dialetto per dare l'affondo
definitivo: " Lo vedo da u mucco " Mucco, per chi non è marchigiano, sta per muso, viso. Le
due mamme scoppiarono a ridere. Sul viso di Roberto si stampò il sorriso della
vittoria. Anch'io ho avuto la mia bella lezione da mio figlio, quando aveva
cinque anni. Erano le nove di sera e lui doveva andare a letto. Io ero esausta
e non vedevo l'ora che si addormentasse. Caddi anch'io
nella trappola. "Non credi che sia ora di andare a letto?"- dissi a
mio figlio che era impegnatissimo in un gioco che lo
appassionava. Filosoficamente epicurea fu la sua risposta: " Prima il
piacere e poi il dovere". "Speriamo che cambi filosofia" -
pensai fra me. Ma in quel momento aveva ragione lui.
Non si può interrompere bruscamente il gioco di un bambino. Noi adulti che
sappiamo quanto sia importante il gioco per i bambini e magari ci crediamo
esperti perché abbiamo letto libri di psicologia dell'età evolutiva, a volte,
per non dire spesso, facciamo brutti scivoloni. Attenti ai bambini! Ma i
bambini non sono lupi. Vogliono essere orgogliosi dei loro genitori. naturalmente non a costo zero. La stima dei nostri figli, al
punto che diventi orgoglio, ce la dobbiamo guadagnare. L'amico che si prese la
raffica di mitragliatrice, per fortuna, per ora, se l'è guadagnata. Sa fare
delle pizze speciali, con un metodo che non rivela a nessuno. La mattina il
figlio porta una pizzetta a scuola, per la merenda. Un giorno ne offrì la metà
ad un compagno dicendogli che l'aveva fatta il padre. In pochissimi giorni la
voce che il padre di Marco faceva pizze straordinarie si sparse fino ad
arrivare alla maestra che ebbe la geniale idea di invitare il padre di Marco ad
andare una mattina a scuola per fare la pizza per tutti i bambini. A volte le
maestre sono più brave dei genitori. Il mio amico andò e fece le pizze davanti
ai bambini, bianche o rosse, a richiesta Fu un momento per il quale oserei l'aggettivo magico. Adulti e bambini, genitori e
insegnanti uniti nel rito quotidiano dello spezzare il pane. Un momento
significativo per la scuola di un paesino. Mi piacerebbe che tutte le scuole,
di ogni ordine e grado, fossero come quella scuola. Attenti ai Bambini! Sono
miracoli.