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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Attenti ai bambini, di Franca Maria Bagnoli 27/01/2007
 

                   Attenti ai bambini!

 

Ho preso in prestito una canzone di Lucio Dalla: "Attenti al Lupo" per dare un titolo a questo mio semplice contributo.

Attenti ai bambini! Sono prontissimi a spiazzarvi e a darvi scacco matto se vi avventurate in domande banali, stupide o pateticamente drammatiche. Un mio amico che ha un bambino di sette anni per il quale ha un grande amore e ammirazione generosamente ricambiati, si sentì in dovere, d'accordo con la moglie, di portare il televisore in cantina perché il figlio stava diventando il classico bambino teledipendente.
Non perché i genitori non giocassero con lui, ma quando erano al lavoro nessuno, in casa, riusciva a staccarlo dalla magica scatola. Il bambino non batté ciglio. Continuò la sua vita normale di bambino normale. A scuola andava bene. Il problema era risolto. Passò un po' di tempo e venne il momento in cui il padre cadde nella trappola della domanda stupida e pateticamente drammatica. In un momento di tenerezza fra padre e figlio il mio amico pronunciò le fatali parole:"Ah, Marco! Che faresti se papà morisse?" Immediata, bruciante come una raffica di mitragliatrice la geniale risposta: "Riprenderei il televisore e mi comprerei la playstation" Domande tipo "Vuoi più bene a mamma o a papà?" credo che ormai nessun genitore o parente le faccia più. Ma le trappole sono tante e qualche volta noi adulti ci caschiamo. Una mia parente che ha un bambino della stessa età,quattro anni, del figlio di una sua amica più giovane di lei, ebbe la debolezza di chiedere al bambino:"Secondo te, Roberto, chi è più giovane, io o la tua mamma?" Il bambino rispose: "La mia mamma". "Sai quanti anni ha la tua mamma e quanti ne ho io?" "No"- rispose Roberto. " E allora - incalzò l'incauta che credeva di  cantar vittoria - come fai a capire che la tua mamma è più giovane di me?" Il bambino, che è marchigiano, abbandonò l'italiano e scelse il dialetto per dare l'affondo definitivo: " Lo vedo da u mucco " Mucco, per chi non è marchigiano, sta per muso, viso. Le due mamme scoppiarono a ridere. Sul viso di Roberto si stampò il sorriso della vittoria. Anch'io ho avuto la mia bella lezione da mio figlio, quando aveva cinque anni. Erano le nove di sera e lui doveva andare a letto. Io ero esausta e non vedevo l'ora che si addormentasse. Caddi anch'io nella trappola. "Non credi che sia ora di andare a letto?"- dissi a mio figlio che era impegnatissimo in un gioco che lo appassionava. Filosoficamente epicurea fu la sua risposta: " Prima il piacere e poi il dovere". "Speriamo che cambi filosofia" - pensai fra me. Ma in quel momento aveva ragione lui. Non si può interrompere bruscamente il gioco di un bambino. Noi adulti che sappiamo quanto sia importante il gioco per i bambini e magari ci crediamo esperti perché abbiamo letto libri di psicologia dell'età evolutiva, a volte, per non dire spesso, facciamo brutti scivoloni. Attenti ai bambini! Ma i bambini non sono lupi. Vogliono essere orgogliosi dei loro genitori. naturalmente non a costo zero. La stima dei nostri figli, al punto che diventi orgoglio, ce la dobbiamo guadagnare. L'amico che si prese la raffica di mitragliatrice, per fortuna, per ora, se l'è guadagnata. Sa fare delle pizze speciali, con un metodo che non rivela a nessuno. La mattina il figlio porta una pizzetta a scuola, per la merenda. Un giorno ne offrì la metà ad un compagno dicendogli che l'aveva fatta il padre. In pochissimi giorni la voce che il padre di Marco faceva pizze straordinarie si sparse fino ad arrivare alla maestra che ebbe la geniale idea di invitare il padre di Marco ad andare una mattina a scuola per fare la pizza per tutti i bambini. A volte le maestre sono più brave dei genitori. Il mio amico andò e fece le pizze davanti ai bambini, bianche o rosse, a richiesta Fu un momento per il quale oserei l'aggettivo magico. Adulti e bambini, genitori e insegnanti uniti nel rito quotidiano dello spezzare il pane. Un momento significativo per la scuola di un paesino. Mi piacerebbe che tutte le scuole, di ogni ordine e grado, fossero come quella scuola. Attenti ai Bambini! Sono miracoli.

 
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