Dal
fondo dei boschi bruciati
di
Vincenzo D’Alessio
C’è
stato un tempo durante il quale la bellezza del verde infondeva
gioia, alimentava passioni tra gli animali, recuperava agli uomini le
fatiche per difenderlo, rinnovarlo, migliorarlo.
C’è
stato un tempo, ed io c’ero, che i boscaioli pulivano due volte
l’anno il sottobosco dei castagneti, potavano i rami secchi,
sistemavano a terrazzi i pendii per evitare la perdita dei frutti e
della terra.
C’è
stato un tempo, ne sento ancora l’odore, in cui si avvertiva
forte il sudore degli uomini e dei muli nel corso della raccolta
delle castagne, della legna da ardere, del fuoco acceso per bruciare
le sterpaglie.
C’era
una maestria senza uguali nel tenere sotto controllo il fuoco,
seguirne il torcersi delle fiamme veloci nel vento.
Pochi
boscaioli si lasciavano sfuggire il controllo del fuoco; se accadeva
gli altri erano pronti con zappe e asce a circoscrivere le fiamme.
Il
bosco dei castagni è da millenni la risorsa e la ricchezza dei
boscaioli, la vittoria sulle carestie e la miseria.
Nelle
notti di fine ottobre i cinghiali scendevano dal fondo dei boschi per
mangiare le castagne lasciate nei solchi .
Il
respiro che si udiva nel nostro sonno a valle era un tutt’uno
di piante e animali.
Un
coro antico nel quale il boscaiolo entrava in ascolto, amando
l’invisibile.
Poi
c’è stato l’abbandono.
La
solitudine e l’incapacità nel trasmettere i codici di un
alfabeto oggi diventato indecifrabile.
Il
bosco non è più il verde da capire. Solo il bacino da
tagliare per la legna da ardere. I castagni sono imbevuti di sostanze
chimiche nel tentativo vano di contrastare l’attacco di
parassiti venuti da lontano.
I
terrazzi e i sentieri montani sono stati squarciati per raggiungere
con trattori le alte quote: dove in passato erano i muli a
trasportare uomini e cose.
Ieri
notte un odore acre ha invaso il cielo e illuminato il buio.
Un
coro di corpi indifesi arrostiti dalle fiamme innalzava la sua
flebile voce verso le case degli uomini.
Dormivano.
Pochi erano alle finestre.
Dal
fondo dei boschi bruciati ho intravisto un lupo scampato ai roghi:
stringeva in bocca il suo cucciolo che annusava impotente la guerra
degli uomini.
|