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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Dal fondo dei boschi bruciati, di Vincenzo D'Alessio 29/07/2017
 

Dal fondo dei boschi bruciati

di Vincenzo D’Alessio



C’è stato un tempo durante il quale la bellezza del verde infondeva gioia, alimentava passioni tra gli animali, recuperava agli uomini le fatiche per difenderlo, rinnovarlo, migliorarlo.

C’è stato un tempo, ed io c’ero, che i boscaioli pulivano due volte l’anno il sottobosco dei castagneti, potavano i rami secchi, sistemavano a terrazzi i pendii per evitare la perdita dei frutti e della terra.

C’è stato un tempo, ne sento ancora l’odore, in cui si avvertiva forte il sudore degli uomini e dei muli nel corso della raccolta delle castagne, della legna da ardere, del fuoco acceso per bruciare le sterpaglie.

C’era una maestria senza uguali nel tenere sotto controllo il fuoco, seguirne il torcersi delle fiamme veloci nel vento.

Pochi boscaioli si lasciavano sfuggire il controllo del fuoco; se accadeva gli altri erano pronti con zappe e asce a circoscrivere le fiamme.

Il bosco dei castagni è da millenni la risorsa e la ricchezza dei boscaioli, la vittoria sulle carestie e la miseria.

Nelle notti di fine ottobre i cinghiali scendevano dal fondo dei boschi per mangiare le castagne lasciate nei solchi .

Il respiro che si udiva nel nostro sonno a valle era un tutt’uno di piante e animali.

Un coro antico nel quale il boscaiolo entrava in ascolto, amando l’invisibile.

Poi c’è stato l’abbandono.

La solitudine e l’incapacità nel trasmettere i codici di un alfabeto oggi diventato indecifrabile.

Il bosco non è più il verde da capire. Solo il bacino da tagliare per la legna da ardere. I castagni sono imbevuti di sostanze chimiche nel tentativo vano di contrastare l’attacco di parassiti venuti da lontano.

I terrazzi e i sentieri montani sono stati squarciati per raggiungere con trattori le alte quote: dove in passato erano i muli a trasportare uomini e cose.

Ieri notte un odore acre ha invaso il cielo e illuminato il buio.

Un coro di corpi indifesi arrostiti dalle fiamme innalzava la sua flebile voce verso le case degli uomini.

Dormivano. Pochi erano alle finestre.

Dal fondo dei boschi bruciati ho intravisto un lupo scampato ai roghi: stringeva in bocca il suo cucciolo che annusava impotente la guerra degli uomini.



 
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