SERATA
DANZANTE
La musica
sembrava sospesa nell'aria fin dal mattino.
Trattenuta, ma pronta a scatenarsi non appena si sarebbero
conclusi i preparativi per quella festa danzante di mezza estate che tutti
attendevano da giorni.
Uomini pericolosamente
in bilico su scale traballanti si affrettavano a sistemare le ultime
decorazioni, a provare le luci, a controllare gli altoparlanti, mentre i
ragazzini correvano qua e là a curiosare, intralciando spesso il lavoro degli
adulti, in cerca di qualcosa d'insolito che trattenesse la loro attenzione: la
consolle che avrebbe fornito le basi musicali in aggiunta ad uno sparuto
gruppetto di musicisti sembrava riscuotere il maggior successo, circondata da
una piccola folla che non perdeva di vista i movimenti esperti del giovane
intento a collegare cavi e amplificatori, le cui dita sfioravano velocemente
tasti e leve per verificare che tutto funzionasse a dovere.
Dalla
finestra della sua vecchia stanza da ragazzo, che tornava ad occupare ogni
estate durante la breve visita rituale alla madre, Marco aveva osservato più
volte durante la giornata l'andirivieni dei compaesani impegnati negli ultimi
preparativi, frammisto alla curiosità oziosa dei turisti: più tardi si
sarebbero riversati tutti quanti nella gran piazza in riva al mare, per
partecipare alla festa collettiva, ma ben diverso sarebbe stato lo spirito con
cui tutte quelle persone che vedeva passare avrebbero vissuto la serata.
La
tradizionale festa danzante di mezza estate, che per la piccola schiera di
forestieri che sceglievano di trascorrere le loro vacanze in quel borgo
appartato era soltanto un semplice diversivo offerto dal luogo, per gli
abitanti aveva sempre costituito un evento imperdibile,
legato nei ricordi all'inizio o alla fine di amori, a litigi memorabili, ad
annunci di futuri matrimoni o nascite, a ritorni improvvisi di persone rimaste
a lungo lontane.
Nemmeno
lui, che viveva ormai da molto tempo altrove, in una grande città lontana e
tornava al paese raramente, riusciva a scordarlo, per quanto potesse
ormai giudicarlo, dall'alto dei suoi cinquant'anni,
un pensiero piuttosto sciocco: ed era solo per quel bagaglio di vecchi ricordi
che quella sera sperava di rivedere finalmente Laura.
Sua madre
si era premurata di raccontargli dell'improvviso ritorno al paese di lei non
appena era arrivato, eppure nei pochi giorni precedenti Marco non aveva osato
andare a cercarla, e non l'aveva mai incontrata nel corso delle sue lunghe
passeggiate solitarie lungo il mare.
Contava
semplicemente sul fatto che non sarebbe mancata alla festa danzante di mezza
estate, ed infatti poche ore più tardi, quando si
decise a raggiungere la piazza, Marco impiegò meno di dieci minuti ad
individuare Laura, seduta in un angolo appartato accanto alla famiglia della
sorella.
L'abito
nero appena scollato, se anche fosse stato scelto in vago segno di lutto, era
in realtà così fine ed elegante da donarle terribilmente, modellando il suo
corpo ancora snello a dispetto degli anni trascorsi.
Già, ne
erano passate davvero tante di stagioni da quando
avevano ballato insieme ad una festa di mezza estate, pensò Marco guardandola
ancora ad una distanza di sicurezza, perché in mezzo c'erano stati gli
allontanamenti, i viaggi, i rispettivi matrimoni, i figli, altre vite in altri
mondi per entrambi.
Talvolta
si erano incrociati per qualche giorno, durante le vacanze, ma sempre troppo
impegnati con le rispettive famiglie per andare oltre qualche saluto e due
chiacchiere tirate via di fretta: soltanto da sua madre aveva saputo recentemente
del suicidio del marito di Laura, da tempo malato, così come lei doveva aver
ricevuto informazioni riguardo al suo divorzio, perché si sa che nei piccoli
paesi tutti sanno sempre ciò che accade in ogni famiglia.
La musica
inondava già la piazza, molte coppie ballavano.
Le
giovani nipoti si erano unite ai loro amici, la sorella danzava col marito e
Laura era rimasta sola a sorseggiare pacatamente una bibita.
Gli
anziani seduti in gruppo non lontano dal palco che ospitava i musicisti si
godevano come sempre lo spettacolo commentando la serata: Marco li salutò
brevemente passando davanti a loro, ed ebbe la sensazione precisa che i loro
sguardi lo seguissero mentre si faceva strada fra
sedie e tavolini fino a Laura.
“Ciao,
sono felice di rivederti. Vuoi ballare?”
Forse
sarebbe stato più logico fermarsi accanto a lei e dire qualcosa prima
d'invitarla, eppure Laura non mostrò il minimo stupore, come se lo stesse
aspettando: lo seguì verso la zona trasformata in pista da ballo e si avvicinò
a lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
E
ballarono. Ballarono a lungo, senza parlare.
Quasi
senza accorgersi che gli anziani avevano perso improvvisamente interesse per
tutto il resto che non fosse la loro danza, mentre le altre coppie che li
circondavano si erano istintivamente allontanate, lasciando più spazio attorno,
ed il ragazzo che sceglieva i brani musicali, dopo un breve conferimento con
qualcuno, sembrava stranamente orientato a scegliere i vecchi ballabili degli
anni '70.
Ci
sarebbe stato tutto il tempo l'indomani per raccontarsi le puntate mancanti,
forse anche per rintuzzare la curiosità degli anziani, sua madre compresa, e
persino per detestare quel mondo pettegolo del piccolo paese da cui erano
entrambi fuggiti tanti anni prima, riuscì solo a pensare Marco molto più tardi, mentre continuava a sentire solamente il
corpo di Laura contro il suo, la musica da ballo come una sirena ammaliante e
la brezza marina che li sfiorava a tratti…ma con delicatezza, per non
disturbare.