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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Antonia, di Marina Pasqualini 02/03/2018
 

Antonia

di Marina Pasqualini


Quel mattino di settembre aveva scelto di partecipare ad una bella iniziativa promulgata dal Comune del suo paese: una passeggiata di cinque km attraverso i boschi della verde Brianza. Ci era andata da sola, convinta che avrebbe fatto nuove conoscenze. Partirono e, nel primo tratto, si ritrovò a camminare in solitaria, nel senso che molti erano arrivati in compagnia e chiacchieravano animatamente tra loro. Ad un tratto, dal gruppetto di quattro donne che procedevano davanti a lei, se ne staccò una e venne ad affiancarla, probabilmente perché quel tratto di marciapiedi non era largo a sufficienza per contenerle tutte. La cosa la rallegrò, perché cominciava a sentire il disagio dell’isolamento. Antonia, questo il nome di quella signora dagli occhi ridenti, dalla figura in evidente sovrappeso, dal sorriso che mostrava una fila di denti piuttosto malconcia. Iniziarono a chiacchierare del più e del meno. Alla fine del percorso, notò che le mani della nuova compagna di avventura erano prive di quattro dite, la destra, e di due, la sinistra. Antonia, alla sua domanda, rispose che sì, era stato un incidente, molti anni prima, allorché le sue mani caddero sotto una trancia, al lavoro. Ma che lei riusciva comunque a fare tutto, compreso la guida dell’auto, che conduceva in maniera un tantino spericolata. E poi le era anche morta l’unica figlia, a diciannove anni. Per finire, Antonia spiegò alla nuova amica, di essere rappresentante di prodotti di bellezza.

Lei incarnava una capacità di accettazione della realtà a dir poco sconcertante. Era una lezione di vita che si era presentata al cospetto della donna, le cui caratteristiche caratteriali ne erano agli antipodi. Lei sempre timorosa, piena di complessi pur non avendone motivo. Tale e tanta divenne la sua ammirazione, che Antonia le appariva bella, pur essendo estranea ai canoni universali di bellezza. Persino i messaggi che le inviava, tutti pieni di acca mancate o altro, le scaldavano il cuore di un’amicizia semplice, genuina.

 
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