L’aspettava
di
Giovanna Giordani
L’aspettava.
Inconsciamente. La sua comparsa, lo sapeva da sempre, era come un
balsamo. Un balsamo gratuito e ineguagliabile, per le ferite
dell’anima.
La
vita, si sa, è sempre un’ attesa. L’attesa di
cosa? Della felicità, naturalmente.
Mentre
camminava, si alzò un forte vento che le schiaffeggiò
il viso. Si riparò avvolgendo la sciarpa fino a coprire ben
bene anche il capo. - Come una Madonna - disse sorridendo fra sé.
Poi continuò, accelerando il passo.
Quante
volte aveva compiuto quel gesto nella sua vita. Proteggersi dal vento
che le schiaffeggiava il viso. E com’era riconoscente allo
stesso quando smetteva il suo turbinare lasciandola continuare il suo
cammino senza ostacoli tangibili. Così continuava speranzosa
la sua vita. Sì, perché lei era un’ottimista. E
si ripeteva sempre che la vita è un bel mistero che vale la
pena di vivere, nonostante tutto.
Il
Natale era alle porte con tutto il suo carico di sacro e profano e le
giornate ne erano ineluttabilmente impregnate.
L’aspettava.
Sarebbe giunta come una musica dalle note carezzevoli che dolcemente
avrebbero invaso la mente raggiungendo velocemente il cuore, sempre
assetato di bellezza. Il Natale era il periodo preferito per il suo
arrivo.
Il
vento si stava allontanando e lei sollevò il viso verso il
cielo. Proprio in quel momento sentì che si stava
avvicinando, ne intuì il passo leggero, e intravide la
trasparenza del suo mantello. Quanta gioia! Assaporò i suoi
baci delicati sul viso e si fermò in un muto ringraziamento
per i suoi abbracci leggeri. Giunse davanti alla porta di casa, ma
la nuova arrivata non volle entrare. - Non andrò lontano –
sussurrò – se entrassi morirei, il mio posto è
all’aperto, qui fuori, dove i nostri occhi s’incontreranno
e parleranno per noi -.
Era
dunque lì, vicina, sempre fedele e splendida. Si scambiarono
sguardi colmi di complicità.
Le
separava un vetro sottile, ma nulla ostacolava il loro felice muto
dialogare. A lei poteva aprire il cuore, si sentiva compresa.
L’ascoltò, lasciando che calamitasse il suo sguardo
rapito, come in un’estasi. Tutto questo avrebbe avuto breve
durata, lo sapeva. Ma nessuno, ne era sicura, avrebbe saputo
donarle quei momenti idilliaci, unici, carichi di lieto turbamento e
di magia dove passato e presente si eclissavano in favore del
misterioso fascino carico di pace che giungeva da chissà quali
lontananze portato con ineguagliabile leggerezza da quella
meravigliosa... neve.
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