Rosso segreto
Un
giorno il vento, irato perché stanco di soffiare, si crucciò con tutto il
mondo.
Con
folate decise disperse i semi dei fiori, recise le foglie dagli alberi, e per
tutta la notte, con il suo impietoso ululare, fece paura ai bambini.
Il giorno
dopo, i raggi del sole lo accarezzarono, e come un neonato infelice, gli
scaldarono il cuore, così il vento, cullato dalla luminosa ninna nanna, si
addormentò.
Dormì di
un sonno lungo e profondo, aveva proprio bisogno di riposare.
Una
fresca pioggerellina di marzo pianse sulla natura, perché le mancava l'amico
assopito.
Pioggia
e vento insieme si divertivano parecchio.
Ai bordi
di un campo di grano, lentamente, crescevano due semi di fiori, giocando con la
luce e con il giallo tutto intorno.
Chiacchieravano
con le coccinelle, con le farfalle e le libellule, poi ridevano a crepapelle.
Di notte
dormivano vicini, e di tanto in tanto, qualche stella raccontava loro una
favola, di ufo, di streghe, di gnomi, di elfi celestiali, di giostre e di stelle filanti.
Spensierate
le loro giornate, dorate da fate incantate!
L'estate
avanzò e quei piccoli semi crebbero diventando due fiori stupendi.
Una rosa
rossa, vellutata e profumata, la regina dei fiori, fra tutti la più bella.
Sparuto
ed impacciato era il suo compagno di giochi, un esile papavero.
Ogni
volta che vedeva la bella rosa arrossiva di pudore e …diventava sempre più
rosso.
Un amore
accecante avvampò in quel fiore titubante,
non aveva il coraggio di dichiararlo alla rosa.
Lei si
profumava tutte le mattine e crescendo diventava ogni dì sempre più bella, sempre più rosa rossa. Ma la vita corta di una rosa è
breve…
Giunse
il giorno della sua massima beltà e della sua unica maturità.
Lei si
rivolse al papavero con uno sguardo colmo di lacrime, gli confessò il suo
amore, gli disse che da tanto tempo aspettava che lui la prendesse fra i suoi
petali, e proprio quel giorno, il suo ultimo giorno, il suo giorno da sposa,
lei lo amò, lui l'amò.
Cercarono
di fermare il tempo, chiedendo al mattino di mettere
un palo sulla ruota che faceva avanzare le ore, ma questo si ruppe e i momenti
continuarono.
Chiesero
al sole di rimanere nel cielo per sempre, almeno un po' di più, ma la notte
imperterrita e nera arrivò.
La luna
gemente raccolse la rosa, la sua bellezza e le parole strazianti d'amore del
papavero innamorato.
Ora era
un papavero tutto solo, ai bordi di un campo di grano, con il cuore strappato!…
Dolcemente
rammenta i primi giorni, la loro infanzia, i loro sorrisi e infine i loro baci,
il loro unico giorno d'amore, solo un giorno da
sposi.
Il suo
lamento echeggiava tutt'intorno, era così acuto e
dilaniante, che anche il vento si svegliò. Incuriosito e allarmato, andò a
vedere cos'era quel pianto disperato e dopo aver trovato il papavero dal cuore
spezzato, che gli raccontò la sua triste storia, il vento, con gli occhi
arrossati dalle lacrime, cercò di consolarlo con le brezze più lievi, con il
sussurro più delicato, con note di nenie lontane.
Ma il
papavero disse che per certi mali del cuore non esiste
nessun conforto e pregò il vento di aiutarlo, di strappargli i petali con
un'unica sferzata e portarli fino alla luna, per ricoprire il corpo della sua
cara rosa rossa, come un estremo sconsolato abbraccio d'amore.
Per quel
compito così ingrato il vento chiuse a serra le sue labbra, con occhi gonfi e
chiusi estirpò il rosso dal papavero… il suo ultimo desiderio era esaudito.
Un
estremo atto d'amore, un peso che il vento si porta nel cuore, ogni tanto ne
parla, per liberarsi l'anima, attanagliata da incerte paure.
Fu così
che il racconto di questa storia dilagò in tutto il mondo, fu così che il rosso
segreto del papavero morì tra la vita corta di una rosa.