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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Rosso segreto, di Gloria Venturini 20/04/2007
 

Rosso segreto

 

Un giorno il vento, irato perché stanco di soffiare, si crucciò con tutto il mondo.

Con folate decise disperse i semi dei fiori, recise le foglie dagli alberi, e per tutta la notte, con il suo impietoso ululare, fece paura ai bambini.

Il giorno dopo, i raggi del sole lo accarezzarono, e come un neonato infelice, gli scaldarono il cuore, così il vento, cullato dalla luminosa ninna nanna, si addormentò.

Dormì di un sonno lungo e profondo, aveva proprio bisogno di riposare.

Una fresca pioggerellina di marzo pianse sulla natura, perché le mancava l'amico assopito.

Pioggia e vento insieme si divertivano parecchio.

Ai bordi di un campo di grano, lentamente, crescevano due semi di fiori, giocando con la luce e con il giallo tutto intorno.

Chiacchieravano con le coccinelle, con le farfalle e le libellule, poi ridevano a crepapelle.

Di notte dormivano vicini, e di tanto in tanto, qualche stella raccontava loro una favola, di ufo, di streghe, di gnomi, di elfi celestiali, di giostre e  di stelle filanti.

Spensierate le loro giornate, dorate da fate incantate!

L'estate avanzò e quei piccoli semi crebbero diventando due fiori stupendi.

Una rosa rossa, vellutata e profumata, la regina dei fiori, fra tutti la più bella.

Sparuto ed impacciato era il suo compagno di giochi, un esile papavero.

Ogni volta che vedeva la bella rosa arrossiva di pudore e …diventava sempre più rosso.

Un amore accecante avvampò in quel fiore titubante,

non aveva il coraggio di dichiararlo alla rosa.

Lei si profumava tutte le mattine e crescendo diventava ogni dì sempre più bella, sempre più rosa rossa. Ma la vita corta di una rosa è breve…

Giunse il giorno della sua massima beltà e della sua unica maturità.

Lei si rivolse al papavero con uno sguardo colmo di lacrime, gli confessò il suo amore, gli disse che da tanto tempo aspettava che lui la prendesse fra i suoi petali, e proprio quel giorno, il suo ultimo giorno, il suo giorno da sposa, lei lo amò, lui l'amò.

Cercarono di fermare il tempo, chiedendo al mattino di mettere un palo sulla ruota che faceva avanzare le ore, ma questo si ruppe e i momenti continuarono.

Chiesero al sole di rimanere nel cielo per sempre, almeno un po' di più, ma la notte imperterrita e nera arrivò.

La luna gemente raccolse la rosa, la sua bellezza e le parole strazianti d'amore del papavero innamorato.

Ora era un papavero tutto solo, ai bordi di un campo di grano, con il cuore strappato!…

Dolcemente rammenta i primi giorni, la loro infanzia, i loro sorrisi e infine i loro baci,

il loro unico giorno d'amore, solo un giorno da sposi.

Il suo lamento echeggiava tutt'intorno, era così acuto e dilaniante, che anche il vento si svegliò. Incuriosito e allarmato, andò a vedere cos'era quel pianto disperato e dopo aver trovato il papavero dal cuore spezzato, che gli raccontò la sua triste storia, il vento, con gli occhi arrossati dalle lacrime, cercò di consolarlo con le brezze più lievi, con il sussurro più delicato, con note di nenie lontane.

 

 

Ma il papavero disse che per certi mali del cuore non esiste nessun conforto e pregò il vento di aiutarlo, di strappargli i petali con un'unica sferzata e portarli fino alla luna, per ricoprire il corpo della sua cara rosa rossa, come un estremo sconsolato abbraccio d'amore.

Per quel compito così ingrato il vento chiuse a serra le sue labbra, con occhi gonfi e chiusi estirpò il rosso dal papavero… il suo ultimo desiderio era esaudito.

Un estremo atto d'amore, un peso che il vento si porta nel cuore, ogni tanto ne parla, per liberarsi l'anima, attanagliata da incerte paure.

Fu così che il racconto di questa storia dilagò in tutto il mondo, fu così che il rosso segreto del papavero morì tra la vita corta di una rosa.

 

 

 

 

 

 
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