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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Una giornata indimenticabile, di massimolegnami 18/01/2020
 
Una giornata indimenticabile

di massimolegnani



In otto anni non era mai successo che sua moglie gli telefonasse sul lavoro, lui glielo aveva esplicitamente proibito, ma questa era un’occasione straordinaria.

Michele Alberti, inebetito, riuscì a rispondere solo davvero? alle parole piene di gioia di Monica. La sentì piangere di felicità e ancora balbettò ma davvero? prima di chiudere la telefonata. Per qualche minuto fissò, senza vederli, i fogli sparsi sulla scrivania, poi balzò in piedi con un urlo disumano, lui solitamente fin troppo controllato.

I suoi colleghi esterefatti lo videro fare una sorta di balletto tra le scrivanie, finire addosso a Francesca Palmeri, il pachiderma sudato come la chiamavano tutti, e abbracciarla calorosamente, saltare a piedi uniti su una sedia come volesse arringare una folla alla vigilia della rivoluzione, fare ampi gesti per ottenere silenzio, anche se in realtà nessuno aveva ancora aperto bocca, e infine annunciare con voce strozzata Monica è incinta.

Tutti capirono chi fosse Monica, anche se era la prima volta che Michele, un tipo quanto mai riservato, citava sua moglie per nome. Abbracciarono e festeggiarono il loro collega sebbene trovassero eccessiva la sua euforia. Non potevano sapere quanto quei due avessero desiderato un figlio, quante delusioni e quanti tentativi andati a vuoto avessero vissuto, una vera frustrazione. Recentemente si erano rivolti a un centro contro la sterilità di coppia e si erano da poco sottoposti ai test preliminari di fertilità in previsione di una eventuale fecondazione assistita, un percorso tutt’altro che esaltante. Anzi proprio quel giorno Michele avrebbe dovuto ritirare gli esiti. Ma ora tutto questo passava in secondo ordine, Monica era incinta!

Michele, sempre in preda a un’eccitazione inusuale, volle organizzare un rinfresco estemporaneo e, con il permesso del capo-ufficio, scese a comprare dei salatini e una bottiglia di spumante. Lui stesso, sebbene astemio, se ne trangugiò due bicchieri, alimentando il proprio stato di allegro stordimento. Alla fine il suo capo per riportare ordine nell’ufficio, gli concesse, anzi gli impose, mezza giornata di ferie.

Una volta per strada, Michele avrebbe voluto comunicare la lieta notizia ad ogni passante ma si limitò a sorridere come un ebete alle persone sconosciute che incrociava. Si fermò da un fioraio a comperare un mazzo di garofani, sa, mia moglie è incinta.

Passò anche in clinica a ritirare i referti e anche all’impiegato dello sportello ripetè quella frase che gli stava facendo circolare più veloce il sangue nelle vene.

Sulla via di casa volle guardare l’esito del proprio esame, anche se questo non aveva più importanza. Lesse, rallentò il passo, si fermò, rilesse e poi gettò il referto appallottolato in un cestino. Niente doveva offuscare la gioia di quel giorno, Monica era incinta!

Riprese a camminare con passo deciso verso casa, cancellò dalla mente la parola appena letta, azoospermia, ma capì che questa si sarebbe ripresentata ogni volta che avrebbe guardato o abbracciato suo figlio. SUO figlio?


 
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