Una
giornata indimenticabile
di
massimolegnani
In
otto anni non era mai successo che sua moglie gli telefonasse sul
lavoro, lui glielo aveva esplicitamente proibito, ma questa era
un’occasione straordinaria.
Michele
Alberti, inebetito, riuscì a rispondere solo davvero?
alle parole piene di gioia di Monica. La sentì piangere di
felicità e ancora balbettò ma davvero? prima di
chiudere la telefonata. Per qualche minuto fissò, senza
vederli, i fogli sparsi sulla scrivania, poi balzò in piedi
con un urlo disumano, lui solitamente fin troppo controllato.
I
suoi colleghi esterefatti lo videro fare una sorta di balletto tra le
scrivanie, finire addosso a Francesca Palmeri, il pachiderma
sudato come la chiamavano tutti, e abbracciarla calorosamente,
saltare a piedi uniti su una sedia come volesse arringare una folla
alla vigilia della rivoluzione, fare ampi gesti per ottenere
silenzio, anche se in realtà nessuno aveva ancora aperto
bocca, e infine annunciare con voce strozzata Monica è
incinta.
Tutti
capirono chi fosse Monica, anche se era la prima volta che Michele,
un tipo quanto mai riservato, citava sua moglie per nome.
Abbracciarono e festeggiarono il loro collega sebbene trovassero
eccessiva la sua euforia. Non potevano sapere quanto quei due
avessero desiderato un figlio, quante delusioni e quanti tentativi
andati a vuoto avessero vissuto, una vera frustrazione. Recentemente
si erano rivolti a un centro contro la sterilità di coppia e
si erano da poco sottoposti ai test preliminari di fertilità
in previsione di una eventuale fecondazione assistita, un percorso
tutt’altro che esaltante. Anzi proprio quel giorno Michele
avrebbe dovuto ritirare gli esiti. Ma ora tutto questo passava in
secondo ordine, Monica era incinta!
Michele,
sempre in preda a un’eccitazione inusuale, volle organizzare un
rinfresco estemporaneo e, con il permesso del capo-ufficio, scese a
comprare dei salatini e una bottiglia di spumante. Lui stesso,
sebbene astemio, se ne trangugiò due bicchieri, alimentando il
proprio stato di allegro stordimento. Alla fine il suo capo per
riportare ordine nell’ufficio, gli concesse, anzi gli impose,
mezza giornata di ferie.
Una
volta per strada, Michele avrebbe voluto comunicare la lieta notizia
ad ogni passante ma si limitò a sorridere come un ebete alle
persone sconosciute che incrociava. Si fermò da un fioraio a
comperare un mazzo di garofani, sa, mia moglie è incinta.
Passò
anche in clinica a ritirare i referti e anche all’impiegato
dello sportello ripetè quella frase che gli stava facendo
circolare più veloce il sangue nelle vene.
Sulla
via di casa volle guardare l’esito del proprio esame, anche se
questo non aveva più importanza. Lesse, rallentò il
passo, si fermò, rilesse e poi gettò il referto
appallottolato in un cestino. Niente doveva offuscare la gioia di
quel giorno, Monica era incinta!
Riprese
a camminare con passo deciso verso casa, cancellò dalla mente
la parola appena letta, azoospermia, ma capì che questa si
sarebbe ripresentata ogni volta che avrebbe guardato o abbracciato
suo figlio. SUO figlio?
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