Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
  Poesie  Narrativa  Poesie in vernacolo  Narrativa in vernacolo  I maestri della poesia  Poesie di Natale  Racconti di Natale 

  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  ...sotto la panca la carpa crepa, di massimolegnani 28/01/2024
 

...sotto la panca la carpa crepa

di massimolegnani



Una mela quasi matura ma già bacata al primo vento cadde dall´albero e rotolò nello stagno lì vicino. Il verme, sballottato di qua e di là come Attilio Regolo nella botte sulla collina di Cartagine, affiorò alla superficie della buccia e si guardò intorno per capire che cosa fosse successo. Intorno a lui tantissima acqua. Si spaventò.

Aiuto, non so nuotare, qualcuno mi salvi, gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.

Una carpa udite le grida si avvicinò alla mela e appena visto il verme tentò di mangiarselo con un guizzo a pelo d´acqua. Il verme riuscì a schivare l´attacco e implorò il pesce: aspetta, aspetta, non mi mangiare. Se hai fame dai piuttosto qualche morso alla mela.

Non so che farmene della mela, sei tu il mio bocconcino del desiderio.

Ti prego, ti prego, non mi mangiare. Anzi, se mi aiuti a raggiungere la riva, ti svelo un segreto che ti salverà la vita.

La carpa, incuriosita dalla proposta, accettò di prendersi il verme in groppa in cambio del segreto salvavita.

Il verme si sistemò sul dorso del pesce e incominciò a raccontargli dei suoi fratelli vermi.

Devi sapere che noi viviamo sottoterra in piccole comunità pacifiche ma ogni tanto ci sono delle mani gigantesche che frugano nel fango, ci catturano e ci rinchiudono in un barattolo.

Il verme parlava e parlava senza mai arrivare al nocciolo della questione perché voleva essere sicuro che la carpa lo portasse fino a riva.

Quelle stesse dita cattive che ci avevano messo nel barattolo, ogni tanto prendono uno di noi e lo infilzano in un piccolo uncino che...

La carpa non lo lasciò finire. Ormai stufa di ascoltare le vicissitudini dei vermi e convinta che lui non avesse alcun utile segreto da svelare, fece un´elegante piroetta e ingoiò il verme in un sol boccone. Non aveva mai mangiato niente di più buono.

Qualche giorno più tardi la carpa incontrò un altro verme che si dimenava come una danzatrice del ventre poco sotto la superficie dell´acqua. Il pesce non ci pensò due volte a spalancare la bocca per mangiarlo in un sol boccone. Ma appena la carpa richiuse la bocca sulla preda, un violento strattone la tirò a forza fuori dall´acqua. Mentre boccheggiava sulla riva sotto la panchetta del pescatore, la carpa si ricordò delle parole del verme. Improvvisamente capì da che cosa l´avrebbe voluta mettere in guardia il verme e si pentì di non averlo lasciato parlare fino in fondo. Ma ormai era troppo tardi per poter rimediare.


 
©2006 ArteInsieme, « 014067074 »