Uno stupido ritornello
di Milvia Comastri
Ripone l'ultimo piatto sullo sgocciolatoio, poi si gira, tira
fuori dalla tasca dei jeans il pacchetto di sigarette tutto stropicciato e si
appoggia con i fianchi al bordo del lavello.
“Allora? Avevi detto che mi volevi parlare, no?”
Lui non alza gli occhi dal giornale, solo una lieve contrazione
della fronte potrebbe far capire a un osservatore attento che ha sentito la
domanda.
“ Sì.” risponde dopo un silenzio che a lei sembra riempito solo dal
battito accelerato del suo cuore.
“Vieni, siediti.” dice ripiegando il quotidiano.
Vania si accende una
sigaretta, si avvicina, scosta la sedia. Ma rimane in piedi, limitandosi ad
appoggiare i palmi delle mani sul ripiano del tavolo, il busto lievemente
reclinato. ‘ Ecco, ora me lo dice, ora me
lo dice che ha un'altra' pensa. E chiude gli occhi, stringendo forte le
palpebre, come se con quel gesto potesse cancellare la domanda e anche tutti
quegli ultimi mesi fatti di assenze, di silenzi, di cene apparecchiate con
frasi banali. Lei lo ha sempre saputo di amarlo troppo, anche le sue amiche
glielo dicono: E' un amore morboso, il tuo, le dicono.
Lei, se lui ha un'altra, morirà.
‘Da dove comincio?' si
chiede Arturo, mentre con un gesto lentissimo si sfila gli occhiali, toglie un
fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e inizia a pulire le lenti. ‘Dirle che…che non c'è più nulla…nulla…'
“Ultimamente è successo qualcosa…” inizia a dire. Poi tace. Si
rivede mentre vaga per le strade della città, la mente quasi vuota, le gambe
che seguono da sole un percorso a lui indifferente.
‘Sì, è successo che hai
incontrato un'altra donna.' pensa Vania. E riesce
a vederli, il marito e l'altra, anzi, chissà perché vede solo le loro mani che
si stringono sul ripiano di un tavolo di un bar, un amplesso di dita, ancora
più doloroso, per lei, di un'unione sessuale.
“Era da qualche tempo che non ero soddisfatto, Vania. Non so che mi ha preso. Mi pesava
alzarmi alla mattina… Pensavo che stavo facendo una
vita del cazzo, ai pochi soldi in banca, a tutto quello che non mi potevo
permettere….Ho cominciato improvvisamente a odiare anche il mio lavoro e tu sai quanto…”
“So quanto lo hai sempre amato, sì” lo interrompe la moglie. ‘Non è
una collega, allora…'
“E invece improvvisamente ha smesso di interessarmi. Veramente hanno smesso di interessarmi un
mucchio di altre cose…” e abbassa la voce, risente in bocca quel sapore di
niente che lo ha accompagnato negli ultimi mesi, prima che subentrasse il
sapore acre della disperazione e della disillusione.
‘Ho smesso di interessarlo,
è questo che mi vuole dire.' E vorrebbe che tutto
fosse già stato detto. ‘Les yeux soin fait ‘ le viene da pensare ‘rien ne va plus.'
“ Una sera, in palestra, ho incontrato una persona. Ero
particolarmente a terra, quella sera. Mi sentivo uno stupido mentre continuavo
a esercitarmi passando da una macchina all'altra, mi chiedevo che senso avesse
quell'affannarmi, quell'inzuppare la tuta di sudore. Ma in realtà mi stavo
chiedendo che senso avesse la mia vita. “
“Ah, in palestra!” La voce le esce con un suono stridente, e
intanto pensa ‘ In palestra, è quel tipo
di donna, allora…'
“ Sì, e ci siamo messi a parlare, poi quando siamo usciti siamo
andati a bere una birra
e abbiamo continuato a parlare.”
‘Me la ricorderò finché campo,
quella sera…' si dice e la bocca assume una piega amara.
Vania finalmente si siede.
Vorrebbe chiedergli: e di cosa avete parlato? No, in realtà vorrebbe
chiedergli: è bella è giovane è più bella più giovane…? Così tutto d'un
fiato. Ma accende la terza sigaretta e
attende che lui le si sveli, attende di sentirlo pronunciare un nome, attende
la sentenza che la condannerà a morte.
Arturo alza lo sguardo su di lei. Come è pallida, Vania…Allunga un braccio come per volerle prendere una
mano. Ma si trattiene.
‘Prima finisco di dirle
tutto. Se la tocco ora
mi metto a piangere come un idiota.'
Tira su un sospiro grosso, adesso viene la parte difficile.
“Quello è stato solo l'inizio. Abbiamo continuato a vederci nei
giorni successivi. Nell'intervallo del lavoro, poi alla sera: non andavamo più
in palestra, ci incontravamo al pub, mi riempiva di parole. In un certo senso mi stava seducendo..”
‘In un certo senso?'
vorrebbe urlare lei. ‘Quella troia ti ha
sedotto, altro che in un certo senso…' Sente un attorcigliamento nello
stomaco, ha voglia di vomitare.
“E allora? “ ‘Fai in fretta, dai, conficcalo 'sto
pugnale..'
“Aveva una proposta da farmi. Una maledetta proposta di lavoro. “
“Di lavoro?” lei chiede, e per un attimo pensa di aver capito
male.
Arturo si alza in piedi, scostando bruscamente la sedia.
Comincia a percorrere la cucina avanti e indietro, avanti e
indietro.
E intanto continua a parlare, con la voce sempre più alterata.
“Di lavoro, sì. Mi dice…mi dice ‘ ma lascialo quel lavoro di
merda, non vedi che ti sta rovinando la vita? Apriamo una ditta insieme ' mi
dice. ‘ Tutti e
due grafici, tutti e due stanchi del lavoro che stiamo facendo ora. Una bella
società, io e te.' E va avanti a dirmelo per sere e
sere e sere. Io non so che dire…Non sono mai stato uno dai facili colpi di
testa, lo sai. Però ho imparato a fidarmi di lui…”
Vania alza la testa di scatto,
la gira verso il marito, che si è fermato nell'angolo dove sta il frigorifero,
ha aperto lo sportello e ora sta bevendo direttamente dalla bottiglia
dell'acqua.
“Lui? Come sarebbe a dire
lui ?” Non capisce… Che c'entra
questo lui?
“ Lui, quello lì, quello di cui ti sto parlando…quel figlio di
puttana…”
A Vania sembra di sentire il rumore che
fa, cadendole di dosso, il macigno che l'ha oppressa in questi ultimi mesi.. Quasi non lo ascolta più Arturo, ‘non c'è un'altra donna, non c'è un' altra donna, non c'è un'altra
donna…' non finisce di ripetersi.
Dall'angolo della cucina le arrivano solo brandelli di discorso:
“ Mi sono licenziato…Non ti ho detto nulla…paura delle tue
obiezioni…te lo avrei detto a cose ultimate…Un falso notaio…Quindicimila
euro…In banca non abbiamo più niente…
Lui è sparito… Sono stato un coglione… Perdonami… Aiutami…
Perdonami..”
Ma lei continua a ripetersi:
‘Non c'è un'altra donna, non
c'è un'altra donna…”
Uno stupido ritornello, stupido come il sorriso che le si è
incollato sulle labbra.